Terre del Reno. In tre a processo per una presunta truffa e falso in concorso sui fondi della ricostruzione post-sisma, con la Regione che si è costituita parte civile e rivuole indietro non meno di 200mila euro.
Ieri il gup Carlo Negri ha rinviato a giudizio il legale rappresentate della società agricola a cui appartiene il complesso immobiliare ricostruito, il direttore dei lavori e il costruttore, che è accusato anche di aver falsamente dichiarato di non essersi avvalso di lavoro in subappalto.
Le contestazioni – il pm è Fabrizio Valloni – seguono un accertamento da parte di Invitalia, i cui tecnici verificarono, nel luglio 2018, che i lavori dichiarati sulla carta per ottenere, tra 2015 e 2018, il pagamento di oltre 440mila euro dalla struttura commissariale, nella realtà non erano tali, essendone stati eseguiti solo il 30% circa. La stessa struttura, a febbraio 2019, procedette alle revoca dei pagamenti non ancora incassati.
C’è da rilevare che sulla questione è pendente anche una causa civile nella quale il committente contesta proprio la mancata esecuzione di tutti i lavori preventivati.
In ogni caso, i tre imputati sono stati mandati davanti alla giudice Ilaria Inghilleri per il processo che inizierà il 12 dicembre. “La questione – spiega l’avvocato Simone Bianchi, che difende il committente insieme all’avvocato Giuliano Onorati – necessita di un vaglio dibattimentale nel quale riteniamo di poter riuscire a dimostrare l’estraneità del nostro assistito. Sarà necessario svolgere delle consulenze tecniche sullo stato degli immobili prima e dopo il sisma”.
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