Cronaca
27 Settembre 2022
Una donna di 45 anni è accusata di truffa, esercizio abusivo della professione, falso e sostituzione di persona

Soldi per pratiche inesistenti, ‘finta commercialista’ a processo

di Daniele Oppo | 2 min

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Truffa, esercizio abusivo della professione, sostituzione di persona, falso. È una lunga e grave sequela di reati quella di cui deve rispondere una donna di 45 anni, accusata di essersi intascata dei soldi per prestazioni professionali mai eseguite – e che non avrebbe potuto eseguire – e per la sottoscrizione di un contratto d’affitto e di utenze domestiche, spendendo il nome altrui.

In particolare, tra il 2019 e il 2020, in qualità di collaboratrice di studio di un commercialista reale, avrebbe chiesto a due persone importi per circa 10mila euro per le pratiche necessarie per aprire un’attività di Parafarmacia a Ferrara e regolarizzare delle posizioni con l’Agenzia delle Entrate: adempimenti e somme che per la procura erano privi di giustificativi e non erano corrispondenti a verità. Ancora, avrebbe anche fabbricato dei documenti dell’Agenzia delle Entrate completamente falsi, che attestavano dei rimborsi da parte dell’AdE a beneficio della società costituita dalle due vittime.

Il tutto fingendosi ragioniera e spacciandosi per dottore-commercialista – questa è l’accusa – senza averne titolo.

Non basta. Perché la 45enne è accusata anche di aver indotto in errore una donna nelle trattative per la locazione di un immobile, dando alla proprietaria un falso nominativo. Stesso falso nominativo rilasciato alla società immobiliare che si era occupata della mediazione.

In quella abitazione, inoltre, avrebbe attivato utenze domestiche con la E-On Energia, spendendo questa volta un altro nome ancora, che aveva preso da una cliente dello studio presso il quale lavorava e alla quale avrebbe ‘sottratto’ mille euro che sarebbero serviti a regolarizzare la posizione fiscale, appropriandosene invece e non versandola.

Più o meno quanto fatto anche con un’altra cliente dello studio, dalla quale si sarebbe fatta consegnare un paio di assegni per quasi 5mila euro, che sarebbero dovuti servire per rimettere le cose a posto con l’Agenzia delle Entrate, e che invece l’imputata avrebbe usato per le proprie spese personali.

Ieri si è aperto il processo con l’udienza filtro, mentre il dibattimento si aprirà il 23 gennaio. Il suo legale, l’avvocato Pasquale Longobucco, si dice “sicuro che il processo saprà restituire dignità alla mia assistita, mettendo fine all’equivoco che l’ha portata e difendersi dalle accuse”.

 

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