Cronaca
6 Settembre 2022
La collezione di opere, cataloghi e monografie autografate contesa tra i figli dell'ex capo allestitore del Diamanti

Lite tra fratelli sull’eredità artistica dell’ex braccio destro di Farina

di Daniele Oppo | 2 min

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Un’eredità artistica di grande valore, raccolta in lunghi anni al servizio di Palazzo Diamanti e sotto la guida di Franco Farina, al centro di una contesa tra fratello e sorella ereditieri e di un processo per appropriazione indebita davanti al tribunale di Ferrara.

È il destino della piccola collezione costruita da Donato Droghetti, deceduto nel 1993 e che fu capo allestitore al Diamanti dal 1960 al 1992: opere, stampe, serigrafie, prove d’artista firmate da autori del calibro di Warhol, Guttuso, Schifano, Zancanaro, De Chirico, Morandi e tanti altri. Nonché oltre seicento cataloghi delle mostre e monografie autografate e ancora altre opere di artisti ferraresi (Bononora, Guidi, Nanni ecc).

Opere in gran parte esposte nell’ottobre 2015 e nei mesi a seguire in una mostra allestita a Ro Ferrarese nel sottotetto del “Granaio della Casa di Ro”, un ex fienile del Settecento, curata da Giovanni Dalle Molle, Massimo Roncarà e Giuliana Berengan, chiamati dalla figlia di Droghetti per visionare il vasto materiale a sua disposizione.

Da quell’esposizione è nata la richiesta del fratello, datata ottobre 2018, di poter visionare le opere per poter procedere a una equa divisione di quella preziosa eredità. Una richiesta che, da qui muove l’accusa, non è mai stata esaudita o lo è stata solo in una parte considerata minima, comportando la (presunta) appropriazione indebita di tutto il patrimonio artistico da parte della donna, che è assistita in giudizio dall’avvocato Dario Bolognesi (ieri in udienza sostituito dall’avvocato Federico Bolognesi).

Dopo aver ascoltato l’imputata – che ha spiegato di non sapere dove effettivamente siano le opere e che ha descritto il fratello in termini non proprio positivi – la giudice Alessandra Martinelli ha rigettato la richiesta della parte civile (il fratello stesso, assistito dall’avvocato Paolo Pavani) di effettuare una perizia sulle opere, partendo dalle foto presenti in un articolo de La Nuova Ferrara dell’agosto 2016 e da una tesi di laurea proprio dedicata a quella mostra. Troppo aleatoria una valutazione in questi termini, ha ribattuto la difesa. Si ritorna in aula il 13 ottobre, per la discussione e probabilmente la sentenza.

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