Cronaca
31 Agosto 2022
Martedì un gruppo di detenuti avrebbe promesso di “sgozzare” un agente della Penitenziaria. Un operatore ferito nel tentativo di sedare uno scontro in cui sono spuntate armi di fortuna

Minacce di morte, risse, manomissioni. Il Sinappe denuncia ancora criticità all’Arginone

di Daniele Oppo | 2 min

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Ancora pesanti criticità nel carcere di Ferrara sono segnalate dal sindacato Sinappe, secondo il quale tra il 30 e il 31 agosto si sono verificati alcuni gravi episodi all’interno dell’Arginone. In particolare si parla di minacce da parte dei detenuti nei confronti di un agente di polizia penitenziaria, di una rissa e della manomissione per protesta dell’impianto di videosorveglianza.

“Siamo in difficoltà nella gestione dei detenuti violenti e mancano protocolli operativi per affrontare questi episodi”, denuncia Simone Giannelli,  segretario provinciale del Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria).

Andando con ordine, secondo quanto ricostruisce il sindacato, nella giornata di martedì 30 agosto “un gruppetto di detenuti, avrebbero minacciato di sgozzare il primo malcapitato agente che avrebbe fatto ingresso nel reparto, sembrerebbe per futili motivi. Solo con la grande opera di mediazione del personale in servizio si sarebbe riusciti a riportare il reparto alla normalità, evitando l’ennesima aggressione”.

Sempre martedì, ma nel pomeriggio, invece, “si sarebbe consumata una maxi rissa tra detenuti, alcuni di loro avrebbero addirittura utilizzato bastoni rudimentali che, come spesso accade, ricavano rompendo i tavoli in dotazione, creando armi pericolosissime”. Anche in questo caso “il preziosissimo intervento dei pochissimi agenti in servizio avrebbe evitato peggiori conseguenze, mettendo in sicurezza il reparto con non poche difficoltà”. Non senza conseguenze, perché, riporta sempre il sindacato “purtroppo per smorzare la furia di alcuni reclusi, un agente sarebbe rimasto ferito ed accompagnato presso l’ospedale cittadino che avrebbe giudicato guaribile con una prognosi di almeno 20 giorni”.

Si arriva, in un clima non certo sereno, alla giornata di mercoledì, quando “in un altro reparto un gruppo di detenuti avrebbe manomesso l’impianto di videosorveglianza, in segno di protesta contro la gestione degli incarichi lavorativi retribuiti ai ristretti”.

“Continuiamo a denunciare le gravi criticità che, quotidianamente, affrontano tutti gli operatori
penitenziari, nella totale indifferenza dei superiori uffici di competenza – afferma a gran voce il Sinappe -. Chiediamo, ancora una volta, un serio intervento per salvaguardare la salute dei lavoratori, migliorando la sicurezza sul luogo di lavoro, ormai quasi del tutto compromessa. Cos’altro deve accadere prima che si prendano dei provvedimenti risolutivi?”.

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