“Questa è la terra che hai lasciato, Leo”
Domani (oggi, 14 luglio) alle 15.30 a San Benedetto salutiamo il piccolo viaggio di Leo.
E che cosa vuoi che sia? Diranno i nostri manichini di gomma? Cosa vuoi che sia? In fondo si tratta di un giovane che assumeva sostanze stupefacenti e aveva una famiglia di separati. Certo che cosa vuoi che sia…qualcuno dice che si è suicidato, certo, un ragazzo pieno di entusiasmo imploso, un altro ragazzo, l’ennesimo ragazzo che si getta dall’alto perché ha preso la strada sbagliata. E in un mondo in cui la colpa è sempre dell’altro, fino a che non capita che è il tuo di figlio la vittima, sono gli altri che hanno sbagliato. E tu genitore, maestro, medico, uomo hai fatto tutto il possibile ma non è stato abbastanza.
E cosa vuoi che sia se ti chiamano da un ospedale rinomato dove tu padre e tu madre prendi il fiato che occorre alle corse folli a cui la vita ti sottopone, perché dici a te stessa, qualcuno si prende cura della mia creatura che non sta bene…cosa vuoi che sia se qualcuno, magari avesse un nome e un cognome e un principio di responsabilità, ti chiama e ti dice “suo figlio si è suicidato”.
Cosa vuoi che sia se non è vero affatto che si è suicidato?
E cosa ve ne importa a voi che pensate solo che l’unico ad essersi esposto per primo è il sindaco della nostra città, Alan Fabbri, non come politico, ma come uomo, essere umano?
E no, io il like a questo post non lo metto…perché se c’é Alan Fabbri domani io non vado.
Questa è la terra che hai lasciato Leo, e questi sono gli uomini e le donne che non incontrerai più.
Domani alle 15.30 io andrò a salutare Leo e ad augurargli di trovare quello che non ha trovato in questo mondo di gelo e di chiacchiere insensate. E per piacere, vi scongiuro, se verrete mettevi solo l’abito della pietà di cui questo mondo in cui vivono i nostri figli è orfano.
Francesca Boari