"Diventa quello che sei"
29 Giugno 2022

Sei tu Leo?

di Francesca Boari | 3 min

Ciao Leo,
Sai cosa si dice oggi di te?
Si dice che ti sei suicidato.
E non ridere, piuttosto sorridi, perché ahimè la speranza di chi lo scrive sulle testate dei giornali è che i più ci credano. E sai cosa c’é? Che io, nel mio piccolo, farò di tutto perché possa sorgere almeno il dubbio su parole che sul tuo viso, la tua forza, il tuo amore per la natura e la vita, anche se soffocati da anni difficili e di abbandono, gli anni della “pandemia”, anni in cui nessuno vi ha contemplato, di noncuranza radicale, si scontrano violentemente fino ad approdare nell’assurdo. All’improvviso rinchiusi ed isolati, nel momento più delicato della definizione di identità, della risposta a quella domanda invadente che si impone nella adolescenza: Chi sono io?…Vi siete sentiti ignorati, abbandonati a voi stessi, dentro mesi di tempeste incomprese e indicibili.
Io ti ho tenuto in braccio, ti ho diviso nelle lotte bambine da mio figlio che ha la tua stessa età, accompagnato negli studi, guardato sempre con la dovuta distanza quando stavi diventando un giovane uomo.
Giovane di 21 anni si getta dalla finestra dell’ospedale Maggiore di Bologna…
Sei tu Leo? Davvero?
Non ci crederò mai. Tu hai sempre amato la vita con tutte le tempeste che la stagione dell’adolescenza porta con sé, non hai mai nemmeno nei momenti più bui cercato altro che vita.
Sei davvero tu Leo quel giovane che si getta dall’alto verso una morte certa?
Non ci crederò mai. Tu cercavi di uscire, consapevole della tua forza fisica, forse, di certo non consapevole della fragilità del tuo animo. Una fragilità che in questi ultimi anni ha fatto soffrire tutti quelli che ti amano e hanno cercato di venirti in aiuto.
Io so che quando la mente viene abitata da fantasmi imprevisti e da angosce che non si riconoscono , è poco ricettiva alla parola amica, anche quella di chi ti ha messo al mondo. So della vostra confusione, del rigetto verso questo mondo insano, questi adulti che barcollano sui quali, a giusta ragione, faticate ad appoggiarvi. So dei vostri disagi, delle vostre buttate di testa, dei vostri salti nel buio per cercare in ogni modo di staccare il cordone ombelicale da chi vi ha generato e potere finalmente spiccare il volo. Come so, e lo so solo perché lo sento, che tu non ti sei suicidato.
Ti sei confidato, assegnato e finalmente rassegnato a farti aiutare per potere continuare il tuo viaggio, qui, sulla terra, a medici specialisti, psichiatri, ti sei fidato di chi deve avere cura della nostra fragilità quando essa esplode. Questo hai fatto di certo. Aiutato e sorretto dai tuoi familiari.
Giovane si suicida a 21 anni all’ospedale maggiore di Bologna.
Sei tu Leo?
No, no e ancora no.
Ti hanno lasciato solo, bambino mio, ti hanno ignorato, non hanno capito quanto urlava la bestia che ti stava lentamente travolgendo, annientando.
Siamo tutti responsabili se non sapremo davvero come sono andate le cose.
Credo che la morte volontaria sia l’ultima speranza contro ogni speranza.Quindi?
Tu non ti sei suicidato.
Non sono riusciti ad entrare nei tuoi arcipelaghi emozionali, forse dovrei dire non siamo, ed è per questo che a quegli occhi che luccicano ancora nel ricordo fresco di te e a quei capelli che si arricciano sul tuo capo e a quel sorriso che spesso mi rivolgevi agli incroci delle strade, un sorriso buono, gentile, riconoscente, a volte complice, io dico TU NON TI SEI SUICIDATO.
FRANCESCA BOARI
(docente e scrittrice)

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