Economia e Lavoro
22 Giugno 2022
Problemi a Priolo comportano la fermata dell'impianto X di Versalis, mentre Basell scala la produzione. Stamattina il tavolo nazionale sulla chimica

Petrolchimico. Ecco i primi stop per mancanza di forniture

di Daniele Oppo | 3 min

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Mentre oggi a Roma si terrà il tavolo nazionale della chimica, Ferrara già subisce le conseguenza della nuova fragilità del sistema portata dalla chiusura dell’impianto di cracking di Porto Marghera: la fermata degli impianti per mancanza di materia prima.

Versalis, ad esempio, ha già stoppato l’impianto X, che sarebbe dovuto ripartire dopo una fermata di manutenzione, terminata sabato, ma ha dovuto prolungare il periodo perché manca l’approvvigionamento. Stessa sorte rischia Basell, che in questi giorni ha avviato una riduzione del carico proprio per cercare di evitare, o ritardare, la fermata.

“C’è stato un problema al compressore dell’impianto di Priolo (nel petrolchimico siracusano, ndr) che lavora l’etilene – spiega Fausto Chiarioni, segretario generale della Filctem-Cgil di Ferrara -, che ora non arriva a Ferrara. Già cominciano gli effetti di un sistema che non è in equilibrio”.

“Quando riduci gli impianti di approvvigionamento succede questo”, rincara la dose Vittorio Caleffi, segretario generale della Uiltec-Uil, “quello che sta accadendo dimostra che Cgil e Uil sono stati realisti, non cassandre”.

Priolo, oggi, è la fonte principale delle forniture ‘mancate’ dopo la chiusura di Marghera, non solo dell’impianto Ferrarese ma anche di quelle di altri poli, come quello mantovano (che infatti ha effettuato delle fermate). Forniture che ora arrivano via nave proprio nel porto veneto e poi vengono distribuite via pipeline. Priolo però oggi vive una situazione molto complicata, dettata dall’embargo del petrolio russo, ma anche, come nel caso che tocca adesso Ferrara, da problemi di natura tecnica. E non essendoci alternativa né la necessaria l’infrastruttura di stoccaggio che eviterebbe tali situazioni, si toglie una carta e casca tutto il castello.

Filctem e Uiltec – insieme alle sigle dei metalmeccanici, della logistica e dei servizi impiegati nel sito estense – erano ieri in assemblea generale al Petrolchimico, anche in vista del tavolo nazionale della chimica di questa mattina. Un tavolo che i sindacalisti ribadiscono essere “politico”, anche se pare che mancherà una componente fondamentale: la rappresentanza regionale.

Tra gli altri, nell’assemblea è intervenuto anche Marco Falcinelli, segretario generale nazionale della Filctem Cgil, che ha concluso i lavori. “O il Governo capisce che salvaguardare la produzione della chimica significa mettere al sicuro l’assetto di tutte le altre attività produttive, o siamo destinati alla scomparsa del tessuto industriale – ha detto Falcinelli ai circa 250 lavoratori presenti -. Un settore fortemente integrato come la chimica non può essere trattato come fosse una vertenza locale a Porto Marghera. Il Governo non può pensare di fare da arbitro, è parte in causa di questa discussione. Se ci saranno le risposte che cerchiamo e che ci soddisfaranno, allora torneremo a dirvi che pensiamo che ci siano le condizioni per andare avanti. Se no vi chiederemo di mobilitarci”.

“Siamo leader delle esportazioni – aggiunge Caleffi a Estense.com – perché applichiamo pezzi importanti di innovazione, che è figlia del fatto che in questo Paese ci sono posti come il Polo chimico di Ferrara che oltre al Centro ricerche Natta ha anche i centri di Versarlis e Celanese che producono valore aggiunto. Spero che questi concetti possano essere capiti dal ministero, che finora ha avuto un’indifferenza totale. Serve una rassicurazione seria”.

“Domani ci aspettiamo risposte convincenti – chiosa Chiarioni -, perché non è pensabile che si possa delegare Eni a portare avanti le decisioni che influiscono sull’intero sistema. Chiediamo anche si istituisca di nuovo l’osservatorio nazionale sulla chimica. Le istituzioni si assumano la responsabilità, abbiamo bisogno della massima attenzione sul settore, la preoccupazione è massima”.

 

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