Quando il ministro Bianchi incarna una macchietta di Woody Allen
Succede questo: che al concorso a cattedre per insegnanti di Filosofia e Scienze Umane nelle scuola secondarie (classe A 018), fra i quiz (si, avete letto bene: la selezione avviene con dei quiz a crocetta) c’è una domanda sulla teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner. Per non farla troppo lunga: Gardner è una delle massime autorità viventi sul rapporto fra mente, intelligenza e apprendimento. Banalizzando: è grazie ai suoi studi che sappiamo perché una scuola che insegna pluralità di materie (dalla matematica alla musica, passando per la letteratura e le scienze motorie) favorisce l’apprendimento e sviluppa l’intelligenza più di una che riduce lo studio a poche materie ritenute essenziali. In un paese in cui le cose sono fatte a regola d’arte, si studiano (anche) le teorie di Gardner per decidere quali programmi scolastici servono per la scuola del futuro, come dev’essere questa scuola, cosa devono saper fare i docenti che la abitano, ecc. Cose che possono servire, per uno che un domani voglia saper fare il ministro dell’istruzione.
La domanda era questa: “Secondo Howard Gardner, l’intelligenza è:”
A: un processo di adattamento ottimale (equilibrio tra assimilazione e adattamento);
B: un costrutto teorico che si misura con test sotto forma di QI e in cui giocano due fattori, uno generale e uno specifico;
C: una realtà multidimensionale, non una struttura gerarchica ma una disposizione cubica;
D: un insieme di procedure per fare le cose, da considerare come un “sistema” con regole proprie, che opera su base biologica e culturale.
Howard Gardner viene a sapere del quesito, e scrive una mail al ministro Bianchi, informandolo che la domanda era formulata in modo inappropriato, perché le 4 possibili risposte sono tutte scorrette, e chiede al ministro di ritirare la domanda, o di formularla in modo corretto:
This question is not worded in an appropriate way—none of the alternatives is correct. I ask that you either withdraw the question or reword it.
La mail inviata da Gardner risulta giunta al Ministero il 3 giugno. Nessuna risposta (finora).
45 anni fa, Woody Allen ha anticipato la figuraccia del ministro Bianchi in una celeberrima scena del suo Io e Annie: qui, dal minuto 1:40 (se andate di fretta).
Quello della scena non è un attore: è il vero Marshall McLuhan, che zittisce un cretino che stava sproloquiando sulle proprie teorie senza averle capite.
Woody Allen ha ragione: sarebbe bello se nella vita succedesse davvero.
[Postilla: la stessa cosa succede in L’aereo più pazzo del mondo, con il campione di basket Kareem Abdul Jabbar]
Beh, è successo: Gardner ha preso la parola per dire al ministro Bianchi che delle proprie teorie non capisce una cippa. Del resto, basta leggere il libello Nello specchio della scuola [qui la mia recensione], per capire che Bianchi di scuola nulla sa, e nulla gli interessa sapere per portare a termine il lavoro sporco per il quale è stato ingaggiato.
Se avesse un minimo di decenza e di capacità di autocritica, davanti alla constatazione di essere la replica di una macchietta di 45 anni fa, dopo aver pagato a Woody Allen i diritti d’autore per aver impersonato una sua battuta Bianchi dovrebbe dimettersi, e cercarsi un lavoro più adeguato alle sue competenze.
La crisi bellica ci costringe a ripensare l’approvvigionamento dei cereali: forse sarà più conveniente coltivare in proprio quel 20% circa del nostro fabbisogno che importiamo.
Le campagne ferraresi, per effetto dell’accaparramento monopolistico di due soli soggetti, sono oggi piene di terre incolte: dunque c’è abbondanza di terra da dissodare, e servono braccia capaci di guadagnarsi un salario.