Economia e Lavoro
9 Giugno 2022
Ieri incontro al Mise, salta la firma sul ‘protocollo Marghera’: Filctem e Uiltec e l'assessore Colla ottengono che la questione si allarghi al quadrilatero e che Eni presenti il piano industriale ai sindacati. Chiarioni (Cgil): “Avanzamento, ma il Governo non sia super partes”

Petrolchimico. Tre fasi per sperare nel futuro

di Daniele Oppo | 3 min

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Almeno sulla carta, è un passo avanti. Dal tavolo convocato ieri al Ministero dello sviluppo economico è uscito un programma per cercare di mantenere viva la produzione industriale non solo Petrolchimico di Ferrara, ma quella della chimica italiana e dei settori strettamente connessi.

Il viceministro Gilberto Pichetto Fratin ha infatti indicato tre passaggi per l’immediato futuro che quantomeno ridonano la speranza che la chiusura del cracking di Porto Marghera non sia un’operazione dalle conseguenze irreversibili e disastrose: un incontro tra Eni-Versalis e sindacati affinché l’azienda presenti il piano industriale; un incontro con gli assessori regionali allo sviluppo per affrontare i problemi aperti e poi un tavolo al Mise dove cercare e trovare un accordo complessivo, una soluzione che preservi e getti le basi per il rilancio della chimica italiana.

Per Filctem Cgil e Uiltec è un successo. Perché avevano chiesto con forza e a gran voce, con tanto di presidio sotto la sede del ministero, che il tavolo di ieri andasse molto oltre la programmata sottoscrizione del protocollo per Porto Marghera (chiusura del cracking e della produzione di aromatici, definizione degli investimenti). Un successo che vede protagonista anche l’assessore regionale Vincenzo Colla, che quel protocollo, lo ha detto chiaro e tondo ai suoi interlocutori politici e aziendali, non lo firma se non si parla prima di garanzie per l’intero ‘quadrilatero’ Ferrara-Mantova-Ravenna-Marghera e prima che sia sottoscritto un accordo commerciale tra LyondelBasell e Eni-Versalis per le forniture di monomeri destinate al sito produttivo estense.

“Abbiamo chiesto di fare una discussione organica e la convocazione di un tavolo della chimica con tutte le società presenti sul territorio nazionale – rivendica Fausto Chiarioni, segretario generale della Filctem Ferrara -. Il viceministro ha dichiarato che entro fine mese dovrebbe convocare il tavolo della chimica”.

Il 6 luglio Eni presenterà invece il proprio piano industriale alle sigle sindacali. Altro passo avanti, importante per Ferrara perché avrà un orizzonte temporale che andrà oltre l’esistente accordo commerciale di fornitura con Basell.

“È un avanzamento nella discussione – concede Chiarioni -, finalmente si comincia a comprendere che c’è una vertenza nazionale. Bene partire dal quadro generale per arrivare alle soluzioni all’interno del nostro sito. Siamo fiduciosi – prosegue il segretario della Filctem Ferrara – ma è necessario un passo diverso da parte del Governo: non può essere solo auspicata una soluzione, la soluzione il ministero la deve fortemente cercare e determinare: Eni Versalis è società controllata da parte dello Stato. Il Governo non può considerarsi super partes in questa discussione e il fatto che ai tavoli non ci siano i ministri Giorgetti e Cingolani (ieri c’era la sottosegretaria Vannia Gava, ndr) è un segnale fortemente negativo: la loro presenza sarebbe rilevante e richiamerebbe soluzioni di maggiore responsabilità, soprattutto in questa fase di investimenti tramite i fondi del Pnrr, anche per gestire il processo di transizione”.

“Una soluzione – conclude Chiarioni – va trovata anche tramite impegno di Basell, serve punto d’incontro e la società deve cercare anche una soluzione che la veda magari effettuare investimenti per garantire le attività oggi presenti sul territorio nazionale”.

Si vedrà, intanto la resistenza – anche quella dura dello sciopero – qualcosa sembrano aver smosso.

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