Turismo e vacanze
26 Dicembre 2009
Vacanza “bianca” in 12 località del torinese poco conosciute ma ideali per chi cerca la vera montagna

Valli di Lanzo, un’emozione che dura tutto l’inverno

di Tiziano Argazzi | 5 min

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Lanzo 2009-1 [1024x768]Splendidi panorami, natura incontaminata ed un mondo di sport, per una vacanza al tempo stesso sportiva e rilassante. Questo è l’importante biglietto da visita delle Valli di Lanzo, nella montagna torinese, a meno di un’ora dal capoluogo sabaudo e ad un soffio dall’Aeroporto internazionale di Caselle. Valli inconsuete, pervase dalla suggestione di tante piccole stazioni invernali – Usseglio, Prali, Coazze-Pian Neiretto, Viù-Col del Lys, Balme, Ala di Stura, Chialamberto, Ceresole Reale, Locana-Alpe Cialma,  Valprato Soana-Piamprato, Alpette e Groscavallo – avvolte da un fascino senza tempo. Dodici piccoli gioielli testimoni di una montagna al tempo stesso aspra  ed austera, accogliente ed affascinante, che ha reagito con successo all’attacco di cemento ed asfalto.

Riecheggiano nell’aria le parole di Friedrich Nietszche, pronunciate nel 1888 durante il suo soggiorno torinese “La catena sublime delle Alpi è a portata di mano. In cinquanta minuti il treno arriva a Lanzo e lì vi è subito l’alata montagna!”. Il treno a cui fa riferimento il filosofo lo si deve ai Savoia che ebbero l’intuizione di collegare Torino alle Alpi con una ferrovia elettrificata, primo esempio in Europa. Il suo viaggio inaugurale risale al 1869 e da allora collega, con decine di viaggi giornalieri,  il capoluogo sabaudo alle valli di Lanzo (Val di Viù, Val di Ala e Val Grande) terminando la sua corsa a Ceres, un piccolo comune con meno di mille abitanti, a 45 chilometri da Torino. Lungo il tragitto passa per borghi e paesini da incorniciare,  fra cui Lanzo Torinese dalle origini medievali, con tanti monumenti storici, fra cui il ponte del Diavolo, costruito nel 1378 sul fiume Stura, e la Città di Venaria Reale con la famosa reggia sabauda, datata 1664,  recentemente restaurata, immersa in un contesto ambientale e architettonico di assoluta bellezza. Meritano una visita anche i giardini che la circondano e il contiguo parco della Mandria. 

 

Regine del turismo sostenibile

Val di Viù, Val d’Ala e Val Grande, tre valli alpine con montagne che superano i tremila metri, i cui abitanti già da tempo hanno optato per un turismo “slow”. E le stazioni turistiche di queste valli primeggiano nel turismo sostenibile, dolce ed equilibrato. Infatti,  passato il momento di notorietà  dei  primi de1 ‘900, di cui restano tracce ancora visibili  in ville ed alberghi dell’epoca, sono andate in un apparente  letargo ed  hanno detto  no  ad un turismo di  massa,  fatto di mega strutture alberghiere, di superstrade invasive    e di impianti turistici    che deturpano territorio e panorama. Grazie a questa politica si è riusciti a mantenere un territorio integro come era nei primi anni del secolo scorso, quando era frequentato dalla ricca aristocrazia piemontese.

Il turista che oggi decide di trascorrere una vacanza da queste parti, e vi consiglio di provare tale esperienza, avverte le stesse sensazioni di quando si lascia il caos della città per rifugiarsi in un agriturismo in campagna, alla ricerca di cose semplici e genuine, che facilitano anche l’instaurarsi di rapporti sinceri con le persone che si incontrano.

Ebbene chi opta per un soggiorno in queste tre valli, qualsiasi sia la località in cui decide di fermarsi, trova una ospitalità cordiale, semplice, genuina e, cosa che non guasta, prezzi modici (intorno ai 30 euro per dormire e 20 per mangiare). I ristoranti locali non sono coronati da stelle francesi ma propongono una cucina vivace ed originale, fatta di  prodotti locali,  semplici e genuini, a “chilometri zero” come oggi si è avvezzi dire;  poi ogni ristoratore, con metodi tradizionali, elabora le materie prime e i risultati, ve lo assicuro, sono sempre soddisfacenti. Capriolo, cervo, lepre, cinghiale, salame di Turgia (ottenuto con le parti più pregiate di carne bovina con aggiunta di lardo suino, noce moscata aglio e altre spezie), funghi, formaggio Toma di Lanzo, cavolfiore, patate, zucchine, peperoni, frutti di bosco ed i torcetti di Lanzo (una golosità che prende l’aspetto di  irresistibili “grissini dolci”ottenuti dall’impasto del pane, passati nello zucchero o nel miele e cotti nel forno) sono solo una piccola selezione dei 23 prodotti tipici autoctoni, utilizzati dalla ristorazione locale.

Come si diceva, sono dodici le piccole stazioni invernali dislocate nelle Valli di Lanzo dove divertirsi con le racchette da neve o praticare lo sci da fondo o da discesa o, semplicemente, concedersi un periodo di relax.  A cominciare da  Balme, in Val d’Ala, un suggestivo borgo alpino a 1432 metri di quota, culla dell’alpinismo piemontese e storico luogo di villeggiatura del secolo scorso. Proprio da qui, con le racchette da neve ai piedi, si può fare una salutare camminata per il Sentiero natura “Val Servin” dotato di una serie di bacheche illustrative che riportano riferimenti storici e naturalistici.

Sempre da Balme, in  motoslitta, è quasi d’obbligo  una emozionante salita  al Pian della Mussa, un altopiano a 1850 metri di altezza, punto di partenza ideale per la scalata al gruppo montuoso dell’Uia di Ciamarella (3676 metri) ed dell’Uia Bessanese (3604 metri).

Ad una manciata di chilometri da Balme,  c’è Ala di Stura, il maggior centro turistico della valle, con l’affascinante circuito degli affreschi, molti dei quali del  sedicesimo secolo, che abbelliscono le abitazioni delle frazioni.

Insomma, quanto basta per garantire una vacanza di piena soddisfazione in inverno come in ogni altra stagione dell’anno.

Info: Turismo Torino e Provincia Tel. 011-535181. Info :www.turismotorino.org/piccole_stazioni dove sono riportate interessanti offerte e proposte di soggiorno valide fino all’11 aprile 2010. Per San Valentino weekend a partire da 80 euro.

Come arrivare. Da Ferrara A13 fino a Bologna, poi A1 fino a Piacenza,   A21 per Torino,  E55 fino a Borgaro e poi seguire le indicazioni per Balme.  Da Ferrara a Balme sono circa 440 chilometri.

Dove dormire.  Antico Albergo Camussot riaperto dopo una accurata ristrutturazione. Da provare anche la sua raffinata cucina, elegante e ricca di sapori autentici che conservano la genuinità dei prodotti locali. Tel 0123-82837; sito: www.camusot.it.

Dove mangiare: Rifugio Città di Ciriè al Pian della Mussa,  sito: www.rifugiociriè.it. Hotel ristorante Valli di Lanzo a Ceres con l’ottima pasticceria, sito: www.ristorantevallidilanzo.it. Grand Hotel Ala di Stura, un ottimo trestelle, situato nell’omonima cittadina, che propone piatti dai sapori unici e raffinati, pasta fresca e dolci fatti in casa. sito: www.grandhotelaladistura.it.

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