Cronaca
19 Ottobre 2021
Concluse le operazioni autoptiche su Mauro Gallerani, ora potranno essere fissati i funerali. Prosegue l'indagine sulle presunte responsabilità del medico Alberto Dallari

Deceduto dopo le cure ‘alternative’ per il Covid, al setaccio le chat tra medico e paziente

di Daniele Oppo | 2 min

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Dopo l’esecuzione dell’autopsia, il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino ha messo la salma di Mauro Gallerani a disposizione della famiglia per le esequie.

Nel frattempo si attendono gli esiti delle analisi del medico legale Giorgio Viel, mentre gli inquirenti stanno scandagliando carte e contatti digitali tra il medico Alberto Dallari – indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso – e il paziente che a lui si era affidato per curare il Covid-19. A tale proposito è stato affidato l’incarico a un consulente informatico per estrarre tutte le conversazioni su WhatsApp, sia testuali che tramite messaggi vocali. In questi giorni, inoltre, sono in corso le convocazioni dei testimoni per cercare di ricostruire al meglio la sequenza degli eventi.

Secondo quanto emerso finora, Gallerani – tramite un’amica – aveva contattato Dallari, neurologo di Reggio Emilia, medico volontario del gruppo IppocrateOrg del quale seguiva il protocollo di cura per la cura della malattia da coronavirus Sars-CoV-2, una terapia ‘alternativa’, diversa da quelle delle linee guida, che prevedeva l’uso di medicinali ‘off label’ come l’Ivermectina.

Dopo circa una settimana di cure, le condizioni di Gallerani sono precipitate, al punto di rendere necessario un suo ricovero all’ospedale di Cona, dove è stato portato subito in terapia intensiva, prima col casco per l’ossigeno e poi intubato per bocca e per via tracheale. L’uomo, 68 anni e non vaccinato, è deceduto dopo circa un mese.

La procura sta cercando di capire se da parte di Dallari vi siano state mancanze: che la cura fosse adeguata e che si sia mobilitato per far ricoverare quanto prima Gallerani una volta comunicati i valori dell’ossigenazione del sangue in calo.

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