Politica
5 Ottobre 2021
La beffa a Portomaggiore, il ballottaggio a Cento, la vittoria risicata a Vigarano sono figli di arroganza e fragilità nonostante la forza elettorale

Dalle urne esce sconfitto il centrodestra dei partiti

di Daniele Oppo | 3 min

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Ci sono pochi vincenti, un unico vero sconfitto nelle elezioni amministrative appena concluse nei cinque Comuni ferraresi andati al voto il 3 e 4 ottobre.

E partiamo dallo sconfitto: il centrodestra dei partiti, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia.

Partiamo dal Comune più grosso: a Cento decide di appoggiare l’ex nemico Fabrizio Toselli, bramoso di fare il bis, e non ricuce con Marco Pettazzoni – ex Lega e seguito da un gruppo di tanti ex che avevano sfiduciato il sindaco uscente contro le direttive dei partiti – che gli mangia i voti necessari per una vittoria già al primo turno o per affrontare il ballottaggio con molta più serenità, senza dover rincorrere, nemmeno in apparenza. Ma non è Toselli il problema, sono proprio i tre partiti della coalizione: Fdi e Lega non arrivano al 10%, FI sfiora il 3,5%, tutti sono sotto la civica Avanti Cento (13,5%).

A dispetto della sua stessa base, che aveva preparato Elisa Cavedagna, crede di poter vincere con Roberto Badolato a Portomaggiore e invece regala la vittoria a Dario Bernardi e al centrosinistra che vince con un margine di 166 voti dalla prima e 107 dal secondo. Un copione molto simile a quanto accadde cinque anni fa a Vigarano con Antonio Raho e Davide Bergamini sconfitti per pochi voti da Barbara Paron.

Proprio a Vigarano il centrodestra corre per conto suo col candidato più forte, proprio quel Davide Bergamini divenuto nel frattempo referente provinciale della fortissima Lega, e vince sì e fa anche un pezzo di storia del paese, ma per appena 57 voti in una corsa che avrebbe dovuto conquistare in scioltezza dopo il commissariamento del Comune e i guai giudiziari della ex sindaca.

Non si illudano dall’altra parte, questo centrodestra è ancora elettoralmente forte. Ma a livello locale è sembrato incapace di gestirsi, forse ancora ubriaco dopo le strabordanti vittorie del 2019 – le europee, le politiche, le amministrative che gli hanno fatto conquistare la fortezza Ferrara – o forse la percezione della propria forza, che esiste tutta, è stata cattiva consigliera, al punto di sfociare nell’arroganza. Un’arroganza segno di fragile immaturità e di un’azione in pura logica di potere, che agli avversari regala vittorie (Portomaggiore), speranze (Cento) o porta sé stesso al limite di una clamorosa figuraccia (Vigarano).

Ma se è vero che Lega, Fdi e Forza Italia hanno demeriti enormi, ci sono dei meriti in Dario Bernardi che a Portomaggiore, anche tramite alleanze opportune, è riuscito a rosicchiare quel tanto di voti che serviva per avere la meglio tra i due litiganti, ma soprattutto in Edoardo Accorsi, giovane e ambizioso aspirante sindaco di Cento, che ha dato prova di abilità, dimostrando di essere un candidato credibile, capace di giocarsela sul serio.

C’è poi la questione Partito Democratico, che se ha vinto – come a Cento, dove è primo partito con oltre il 18% dei voti – lo ha fatto nel momento in cui, a livello iper-locale, è stato meno protagonista, con la saggia scelta di fare un passo indietro, di mantenere il ruolo di laborioso geometra di alleanze e forte ancora di una propria strutturata organizzazione, in attesa di trovare la formula per riconquistare gli elettori senza la necessita di dover rimane in penombra.

Discorso a parte per Alice Zanardi, brava a convincere il M5S di Codigoro a dare corso a livello locale al nuovo patto politico sperimentato a livello nazionale, e per Marika Bugnoli, prima sindaca di Goro. Risultati importanti, per loro, ma senza aver dovuto affrontare una vera concorrenza.

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