Cronaca
5 Ottobre 2021
Un medico del sito IppocrateOrg aveva prescritto l'uso dell'ivermectina la cui efficacia contro la malattia provocata dal Sars-CoV-2 non è provata. Ora il paziente lotta tra la vita e la morte. La procura indaga e nomina un consulente

Intubato in terapia intensiva, nella cura domiciliare anti Covid c’era anche il vermifugo

di Daniele Oppo | 4 min

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(archivio)

Anticoagulante, cortisone, antibiotico. E poi ivermectina, il farmaco vermifugo a uso sia umano che animale (cavalli, vacche) per l’eliminazione di alcuni parassiti intestinali, ultimo grande amore delle cosiddette ‘cure alternative’ per il Covid-19.

Era questo il cocktail di farmaci che un medico di Reggio Emilia del sito IppocrateOrg ha prescritto al ferrarese di 68 anni finito intubato e in condizioni disperate all’ospedale Sant’Anna di Cona per l’aggravarsi della malattia.

Sul caso la procura di Ferrara ha aperto un fascicolo conoscitivo – affidato al sostituto procuratore Ciro Alberto Savino – al momento senza indagati né reati ipotizzati. Oggi, martedì 5 ottobre, verrà affidato l’incarico a un medico legale per analizzare e approfondire la situazione.

Quello che si sa al momento è che al 68enne, che non risulta essersi vaccinato, è stata prescritta una cura domiciliare per il Covid-19, che veniva seguito via WhatsApp dal medico e che alla fine la sua situazione – già compromessa da altre patologie – si è complicata al punto che al suo arrivo al Sant’Anna è stato dapprima ricoverato con il casco in terapia intensiva e poi sedato e intubato.

Alcuni approfondimenti verranno eseguiti perché pare che l’uomo avesse comunicato che il livello di ossigeno nel sangue fosse sceso sotto la soglia del 92%, sotto la quale lo stesso sito IppocrateOrg esplicita la necessità del ricovero, senza che il medico gli abbia consigliato di chiamare il 118 o di andare all’ospedale: tutto è però ancora in fase di verifica.

Dai primi riscontri sembra che il paziente non avesse aderito del tutto nemmeno alla cura a distanza, essendoci vari messaggi su WhatsApp in cui il medico gli chiede se abbia assunto i farmaci prescritti e lo inviti a farlo davanti a una risposta negativa. Anche in ospedale ha mostrato varie resistenze alle cure.

Al di là degli eventuali risvolti penali della triste vicenda, rimane comunque il fatto che la terapia consigliata al 68enne tramite il sito IppocrateOrg è fuori dagli standard e dalle linee guida approvate, come riconosciuto dai suoi stessi promotori nel cui sito è presente una liberatoria per il medico curante.

La terapia prevede infatti l’uso off label – ovvero al di fuori degli usi autorizzati – di diversi farmaci, tra i quali proprio il vermifugo ivermectina.

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l’equivalente statunitense (Fda) sconsigliano fortemente il suo utilizzo per curare o prevenire il Covid-19.

Negli Stati Uniti nel corso dell’ultimo anno è esplosa una specie di mania per la cura fai-da-te con l’ivermectina, al punto che venivano acquistate scatole del farmaco per uso animale, che ha dosaggi differenti e più alti rispetto a quelli destinati all’uomo, e che ha richiesto l’intervento proprio della Fda, con tanto di tweet esasperato: “Non sei un cavallo. Non sei una mucca. Davvero, finitela”.

Non ci sono studi che confermino la sua efficacia e sicurezza per il trattamento anti Covid-19, uno studio di laboratorio (in vitro) aveva dato segnali della sua capacità antivirale ma, si badi bene, a dosi elevatissime, molto più alte di quelle tollerabili dall’uomo.

In Italia l’ivermectina era inserita in una specie di guida alle cure domiciliari che la Regione Sardegna ha inopportunamente distribuito a medici di famiglia e pediatri. A settembre si tenne anche un convegno al Senato, organizzato dalla senatrice leghista Roberta Ferrero, e molto discusso perché promotore di cure non autorizzate, con tanto di saluto ufficiale della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Quel convegno ospitava proprio i creatori del sito IppocrateOrg che è, in Italia, una delle associazioni che, promuove l’uso dell’antiparassitario per la cura del Covid-19, nonostante al momento non vi siano studi scientifici che dimostrino la sua efficacia in tal senso. Le cure proposte dal sito sono diverse a seconda della gravità della malattia, e passando dal mix di integratori vari (dalla vitamina D alla A, fino alla lattoferrina e tanto altro) e suffumigi, fino all’uso di medicinali veri e propri, come l’Idrossiclorochina (altro farmaco amatissimo nel mondo delle ‘terapie alternative’ le cui proprietà anti Covid non sono mai state dimostrate), la colchicina e, appunto, l’ivermectina.

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