Politica
13 Giugno 2021
Da quanto trapela dell'indagine della Digos, Rossella Arquà per due mesi avrebbe inviato missive realizzate con ritagli di giornale, due anche con proiettili. Lei si è dimessa da responsabile organizzativa della Lega e da consigliera comunale

La fedelissima di Lodi che gli mandava lettere minatorie

di Daniele Oppo | 2 min

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Nicola Lodi e Rossella Arquà

Circa una decina di lettere minatorie realizzate alla vecchia maniera, con ritagli di giornale, due delle quali con proiettili. Da circa due mesi giungevano all’indirizzo del vicesindaco di Ferrara Nicola Lodi e a mandargliele, ne sono convinti gli inquirenti, era una sua fedelissima: Rossella Arquà, consigliera comunale e responsabile organizzativa della Lega.

O, meglio, ex consigliera ed ex responsabile visto che nella giornata di venerdì ha rassegnato le dimissioni da entrambe le cariche. Mentre gli inquirenti mantengono un riserbo molto stretto, anche perché Arquà non è ancora formalmente indagata, fonti leghiste hanno anticipato ogni mossa facendo trapelare alcuni dettagli indicativi.

La Arquà, nei giorni scorsi, è stata sentita dalla Digos e la sua abitazione sottoposta a perquisizione alla presenza di un avvocato. Il fascicolo aperto in procura risulta essere per le ipotesi di reato di minacce e procurato allarme.

Non sono note ragioni di contrasto tra lei e il vicesindaco, anzi negli anni è stata una delle persone che più lo hanno seguito, difeso e supportato, guadagnandosi così molta fiducia da parte di tutta la macchina leghista e soprattutto da parte di Lodi.

È stato proprio lui, il vicesindaco, a portare le lettere all’attenzione della Digos e il tema è stato discusso anche in seno al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

“Ho passato due mesi non facili – scrive su Facebook Lodi -, una vicenda che mi ha fatto capire che la fiducia nelle persone viene tradita con una leggerezza assurda. Ricevere gravi minacce alla mia persona e soprattutto alla mia famiglia mi ha messo a dura prova ancora una volta, fortunatamente ci sono già passato tra lettere e minacce e so bene che il Nemico va combattuto a testa alta.  Ho preferito rimanere in silenzio per permettere alla Questura di Ferrara di svolgere le indagini in totale serenità. Grazie alla Digos per il lavoro svolto, grazie a chi ha collaborato nel portare a termine una vicenda violenta. Grazie agli uomini della polizia che hanno vigilato per la mia incolumità. Grazie alla Procura di Ferrara. Solo una persona lo sapeva ed oggi sono a ringraziarla per il Supporto morale in questi due lunghi mesi. Non ho mai mollato un solo istante il mio lavoro da vicesindaco anche se tornare a casa e guardarsi le spalle prima di entrare non è stato affatto semplice. Oggi guardo avanti e cercherò di essere sempre lo stesso, la mia fiducia la avranno sempre tutte le persone meritevoli di tale. Tutti mi dicono di essere troppo buono, questa volta hanno ragione”.

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