Cronaca
10 Giugno 2021
Per gli altri sei indagini chiuse: accuse a vario titolo di frode nelle pubbliche forniture e falso in atto pubblico per i lavori nella Tribuna Nord e nella Curva Est

Stadio ‘Mazza’, ci sono altri tre indagati

di Daniele Oppo | 2 min

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Sono nove in tutto, tre in più di quelli emersi finora, gli indagati per i lavori allo stadio “Paolo Mazza” di Ferrara, effettuati nell’estate del 2018 per rendere la struttura idonea alla Serie A.

Lo si apprende solo ora, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. I nomi nuovi sono quelli di Lucio Coccolo, legale rappresentante della PM Group Srl, azienda dichiarata fallita nel 2019, e di Domenico Di Puorto e Adelino Sebastianutti, ritenuti amministratori di fatto sia della Gielle Srl che della stessa PM Group. Le due imprese avrebbero eseguito i lavori in subappalto sia nella Tribuna Nord che nella Curva Est.

Al momento è stato loro assegnato d’ufficio l’avvocato Federico Orlandini e tutti e tre hanno 20 giorni di tempo per poter chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero.

Per loro, come per Giuseppe Tassi (avvocati Giulio Garuti e Paolo Loberti), della Tassi Group, azienda capofila dell’appalto, nonché sponsor della Spal; Giampaolo Lunardelli della Gielle Srl, (avvocato Giampaolo Verna); Claudio Di Sarno (Panizzi Engineering, solo per la Est, avvocato Riccardo Caniato) e del progettista e direttore dei lavori Lorenzo Travagli (avvocato Vincenzo Bellitti), l’accusa è di frode nelle pubbliche forniture.

Secondo la pm Barbara Cavallo – sulla base delle consulenze tecniche dell’ingegner Carlo Pellegrino, redatte dopo un sequestro probatorio, sopralluoghi e prove di carico – tutti avrebbero concorso nel realizzare i lavori in maniera difforme alle norme tecniche e ai regolamenti, come evidenzierebbero le numerosissime anomalie riscontrate dal consulente della procura, che stimò in 600mila euro il costo per una rimessa a norma.

Contestata sotto il profilo penale anche la condotta di dei collaudatori Fabrizio Chiogna (avvocato Bellitti) e Alessio Colombi: per loro l’accusa è quella di falso commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver attestato, rispettivamente per la Curva Est e per la Tribuna Nord, la conformità dei lavori nonostante, secondo la procura, le numerose evidenze che avrebbero dovuto portare i tecnici ad altre determinazioni. La stessa accusa, per entrambe le strutture, viene mossa al progettista e direttore dei lavori Travagli.

“Siamo in totale disaccordo con le conclusioni della Pm – commenta l’avvocato Bellitti, che assiste proprio Travagli -. Le prove di carico dicono che lo stadio è sicuro e anche le consulenze di quelle che dovrebbero essere le parti fosse, Spal e Comune, dicono che la struttura è a posto. Le difformità contestate sono state in buona parte sistemate con una manutenzione ordinaria – afferma ancora il legale -. Siamo comunque sereni, adesso faremo le nostre valutazioni ed eventualmente andremo con serenità davanti a un giudice”.

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