Attualità
27 Dicembre 2020
Somministrate le prime 50 dosi di Pfizer-Biontech a operatori sanitari di Ausl e Cona: "Giornata storica e simbolica"

V-Day a Ferrara: Noemi è la prima vaccinata contro il Covid

di Elisa Fornasini | 3 min

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Sorride, sotto la mascherina. Lo si vede dagli occhi, che sprigionano speranza. E fa il simbolo della vittoria, V come il Vaccine Day del 27 dicembre che rappresenta una giornata storica nella lotta contro la diffusione del coronavirus. È lei la prima vaccinata contro il Covid-19 in provincia di Ferrara.

Si chiama Noemi Melloni, giovane medico centese di 27 anni, che da luglio lavora presso l’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) dell’Ausl di Ferrara. “Sto bene, non ho sentito nulla, e sono fiera di essere in prima linea in questa giornata storica” sono le sue prime parole appena uscita dall’ambulatorio di vaccinazione, allestito nei locali dell’ingresso 4 all’ospedale di Cona.

Da vaccinata a vaccinatore: Noemi – iscritta al corso di formazione in medicina generale per seguire le orme del papà, anche lui medico di medicina generale a Cento – dopo la somministrazione del vaccino Pfizer-Biontech alle 14 in punto di domenica, verrà formata per vaccinare anche i colleghi. Sono cinquanta operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Azienda Usl di Ferrara a segnare la storia del V-Day estense e a ricevere le prime dosi.

“È un primo passo” conferma sorridente Vincenzo Maragno, 37 anni, laureato nel 2018, infermiere nell’ambulatorio Covid a Cona, il secondo a sottoporsi al vaccino. È lontano da casa 750 chilometri – è originario di Matera ma da settembre lavora al Sant’Anna dopo aver vinto un avviso pubblico – ed è contento di essere qui, “in una bellissima azienda che mi ha offerto questa grande opportunità, un atto d’amore per sé stessi e per gli altri“.

La campagna di vaccinazione vera e propria, dopo questa prima giornata simbolica, prenderà il via il 4 gennaio nei due punti dedicati allestiti all’ospedale di Cona e del Delta. Poi entreranno in gioco le unità mobili direttamente nelle Cra. Il tutto da ripetere due volte perché, come ormai noto, il vaccino viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra.

La cabina di regia è gestita da Emanuele Ciotti, direttore sanitario dell’Azienda Usl e coordinatore della campagna vaccinale nonché referente per la Regione Emilia-Romagna, che parla di un sogno realizzato: “Dimostriamo che la scienza può, un sogno che tutti aspettavamo e si sta realizzando grazie alla collaborazione tra due aziende sanitarie”.

“È veramente emozionante” interviene la commissaria straordinaria del Sant’Anna Paola Bardasi, che lancia un monito importante: “Fino a settembre, quando avremo la cosiddetta immunità di gregge, o almeno questo è il periodo che ci ha dato il ministero, non dobbiamo pensare assolutamente di abbassare la guardia. Tutte le misure precauzionali a maggior ragione, visto che abbiamo questa nuova arma, le dobbiamo mantenere e prestare attenzione perché i ricoveri sono ancora di dimensioni notevoli”.

Alle 16.45 sono terminate le cinquanta vaccinazioni previste. Il box frigo – con all’interno i siberini di ghiaccio e le pareti di polistirolo per mantenere la temperatura compresa tra i 2 e gli 8 gradi, oltre a un data logger per controllare in ogni istante la ‘filiera del freddo’ dallo scongelatore situato in farmacia fino al frigo – è stato rimesso al suo posto. Una volta scongelato, si ha tempo tre ore per somministrare la dose. La preparazione dura una decina di minuti tra vestizione degli operatori, inserimento della fisiologica e compilazione del modulo del consenso.

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