Du iu śpich frares?
12 Ottobre 2020

La telefoninomania in Bondenese

di Maurizio Musacchi | 3 min

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Carissimi amici di poeti e poesia ferrarese,

Continuo a spaziare nell’universo del dialetto della Provincia di Ferrara. Stavolta propongo una breve lirica in dialetto di Bondeno dell’amico Dugles Boccafogli. “An gh’è più un cìp e gnanch un bàit”, ironica carrellata riguardante la “telefoninomania”.

“Il dialetto della Città Matidea non è molto differente al ferrarese di città. Risente un po’ della vicinanza del mantovano e del modenese. Qualche parola, qualche modo di dire, ma la fonetica, in sostanza, è quasi identica a quella di Ferrara. Ho conosciuto e apprezzato il poeta che vi propongo, nell’ambito di manifestazioni o premi letterari (ove a volte ne ha ottenuto riconoscimenti significativi), a Bondeno e in altre località. Ci accumuna l’amore e l’impegno, nei confronti del cenacolo di lingua ferrarese: “Al tréb dal Tridèl”. Eccovi una mini biografia, che mi ha mandato.

Dugles Boccafogli è nato nel 1951 a Bondeno (Fe), città che ama per la sua storia, le sue tradizioni e la sua gente. In pensione da alcuni anni, si dedica ad attività sociali e di volontariato in più ambiti. Ama lo sport, in particolare calcio e tennis, che ha praticato finché “l’anagrafe” gliel’ha permesso. Scrive e legge con piacere. Ama scrivere di cose che lo divertono o, quantomeno, di evasione con molti riferimenti al proprio vissuto. È appassionato del vernacolo locale che parla e che usa anche per le sue composizioni.

... AN GH’È PIÙ UN CÌP E GNANCH UN BÀIT

(Dialetto bondenese)

Al zìga al dialèt,

c’al n’è bóɳ ad traduśar paròl ch’in gh’à

gnént a che fàr con l’idiòma frarés.

Al mónd di compiùter

l’ajùta a suplìr la vója da zcórar

o ad dàr’as la maɳ par tacàr’as dal béɳ.

Mo méti che un dì… :

“…pronto, pronto…” e nisùɳ a rispónd!…

mo sì’v dvintà sord o sì’v dvintà mut… ?

…non c’è campo…”

e ad fràchi di ftóɳ, ma gnént a s’impìza.

La tèsta pigàda su cal scatulìn

e i dìda chi prìla che quasi i s’intòrz…

Fermàt na crìa..!

Pénsa che prézi a paghén pr’avér tut ‘sti còmad..:

an gh’è’n più mód a zcórar o ad guardàr’as int i òć...

Con “Quàtar paròl…”, ‘na vòlta al Poeta*

al dedicàva ‘na poeśìa a la so dòna e

At vói tant béɳ” l’jéra na dichiaraziòn d’amór,

che iɳquó l’is tradùs int’n’ arsià: “tvtb”.

Tulémla pur dólza ‘st’evoluziòn,

schèrm o tastiéra j’è còmad, d’acòrd,

mo vó’t métar dó ciàcar o scambiàr’as ‘n’abràz… !?

Dugles Boccafogli

NON C’È PIÙ UN CHIP E NEANCHE UN BIT …

(traduzione)

Piange il dialetto/ che non riesce a tradurre parole che nulla/ hanno a che fare con la /parlata ferrarese. / Il mondo dei computer/ aiuta ad offuscare il desiderio di parlarsi

/o di darsi la mano per scambio d’auguri./…Ma supponi che un giorno … :

/“… pronto, pronto …” e nessuno risponda! …/ ma siete diventati sordi o siete diventati muti… ? /“… non c’è campo … “/premi dei tasti, ma niente s’accende. /La testa piegata sul telefonino /con le dita che frullano che quasi s’ intorcono …/ Fermati un attimo … !

/ Pensa al prezzo che paghiamo per avere queste comodità …:/ (non c’è più modo di /parlarsi o di guardarsi negli occhi …/ Con “Quatar paròl…”, una volta il Poeta*

/dedicava una poesia alla sua donna e /“Ti voglio bene” era una dichiarazione d’amore, /che oggi si traduce in un arido: “tvtb”. /Accettiamolo pure questo cambiamento,

/video o tastiera sono utili, d’accordo,/ma vuoi metterli a confronto /

con due chiacchiere o scambiarsi un abbraccio … !?

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