Chi abbandona gli animali non se la può cavare con una multa. Pare essere questa la prima sentenza emessa nel processo per l’abbandono dei cavalli di Valle Lepri a Ostellato.
O meglio, il giudice Andrea Migliorelli ha rigettato l’istanza di oblazione presentata dall’imputato, A.B. un agricoltore e allevatore di cavalli di Padova, che il 19 gennaio dovrà rispondere in tribunale del reato di ‘detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze’.
Nessun rito speciale previsto dall’oblazione, quindi, che per gli illeciti penali di minor rilievo consente di estinguere il reato semplicemente pagando un’ammenda o una multa, senza dover affrontare il processo.
La procura, tramite la pm Elisa Bovi, e la parte civile – l’associazione Horse Angels che si è occupata della cura, mantenimento, accudimento di due dozzine di cavalli che erano stati abbandonati a Ostellato – si erano opposti alla richiesta e il giudice ha dato loro ragione vista la gravità dei fatti contestati. Che risalgono al 2018, quando Horse Angels ha denunciato in procura le condizioni in cui erano stati lasciati da anni 28 cavalli in una valletta del fiume Po dopo il fallimento di un maneggio. Nel frattempo quattro equini sono morti prima del salvataggio.
Gli ‘angeli dei cavalli’ – nome dell’associazione designata custode giudiziale degli animali fino alla vendita giudiziaria, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Ciriaco Minichiello – esprimono soddisfazione per il fatto che l’imputato, difeso dall’avvocato Barbara Simoni, dovrà “rispondere in giudizio del reato penale perché deteneva in condizioni incompatibili con la loro natura dei cavalli, segnatamente privandoli del necessario governo dell’uomo (abbeveraggio, alimentazione e cure veterinarie), condizione produttiva di gravi sofferenze, poiché alcuni cavalli si ammalavano e altri morivano”.
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