Attualità
17 Settembre 2020
Il 150° anniversario celebrato sotto il Volto del Cavallo nel ricordo di Davide Mantovani. Zamorani: "Solide battaglie laiche e anticlericali"

Breccia di Porta Pia, “il 20 settembre sia festa nazionale”

di Elisa Fornasini | 2 min

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Il 20 settembre andrebbe ripristinato come festa nazionale. Ne è convinto Mario Zamorani nel presentare le iniziative ferraresi per i 150 anni della Breccia di Porta Pia. Una “ricorrenza storica ma sempre attuale”, per usare le parole del leader dei Radicali e di + Europa, che verrà celebrata domenica alle 12 sotto il Volto del Cavallo, con la posa di una corona di alloro alla lapide che ricorda l’avvenimento del 1870, “uno degli eventi più belli della storia repubblicana italiana”.

“Di quel tempo restano solide le battaglie laiche e anticlericali: non significa che siamo a priori contro la chiesa ma contro il clericalismo e il fondamentalismo” premette Zamorani che dal 2000 celebra questo importante anniversario in città, “specie con le cene anticlericali con gli strozzapreti che purtroppo quest’anno non possiamo replicare perché il mondo è sottosopra a causa del Covid”.

Il 150esimo anniversario della presa di Roma, con la fine del potere temporale del papa, si preannuncia insomma un “presidio senza tanti fronzoli” ma che intende riportare in auge la “proposta di Sergio Romano di ripristinare il 20 settembre come festività nazionale, come è stato fino al 1930 quando è stata abolita con l’avvento del fascismo”.

Non solo: sarà l’occasione per ricordare il professor Davide Mantovani, presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e vicesindaco di Roberto Soffritti dal 1986 al 1990, scomparso lo scorso 17 gennaio. “Era un grande storico, un nostro caro amico, e vorremmo riprendere il suo impulso per recuperare gli scatoloni di cimeli abbandonati nel museo del Risorgimento e della Resistenza” interviene Giorgio Rambaldi dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, senza toccare la polemica sulla chiusura dell’istituto.

Accanto a lui siede la moglie di Mantovani, Lucia, che conserva un’imponente biblioteca pronta per essere catalogata. Una rimarchevole eredità che andrà in qualche modo divulgata, “magari durante un incontro in sua memoria, che organizzeremo appena l’emergenza sanitaria lo renderà possibile” anticipa Zamorani.

La conferenza stampa al bar Tiffany vede anche un excursus storico di Luigi Pepe del circolo Condorcet, dal monito di Cavour del 1861 – “Roma necessaria all’Italia, libera Chiesa in libero Stato” – al Concilio Vaticano II, quando “sembra essere venuto il momento della condivisione di obiettivi comuni di pace e amicizia, tra persone di diverse fedi e posizioni politiche. Non lasciamoci sopraffare dalle nuove istanze autoritarie che vogliono dividerci per dominarci: non praevalebunt”.

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