Attualità
2 Settembre 2020
Polemica sull'ingaggio, ma gli organizzatori chiariscono: "Rimborso spese e costi per la sicurezza". Aumenta il contributo del Comune, ma non basta nel post Covid

Gianna Nannini, sorpresa ‘cara’ al Buskers Festival?

di Elisa Fornasini | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Quanto è costata la sorpresa di Gianna Nannini al Ferrara Buskers Festival? È la domanda che tiene banco al termine della 33esima edizione della rassegna musicale, la prima in versione ‘Limited’ in questa strana estate post Covid.

Sui social si vocifera di un ingaggio da 30mila euro, in pratica mille euro al minuto considerata la mezzora di concerto, ma la verità raccontata dagli organizzatori pare essere un’altra.

La vulcanica cantante toscana ha accolto l’invito dello staff del Fbf e, in apertura del festival di mercoledì 26 agosto, si è esibita di sera sul pontino del Castello Estense senza richiedere un cachet (il classico compenso riservato agli artisti per i loro spettacoli) quanto un rimborso spese.

I costi sarebbero stati ingenti non tanto per il rimborso spese, ancora top secret nonostante sia stato finanziato con contributi pubblici e sponsorizzazioni private, quanto per i service. Tradotto: il trasporto del pianoforte su un pontino mai utilizzato a questo scopo, l’impianto audio che potesse trasmettere il suono a 200 metri di distanza in modo poco invasivo, e le norme di sicurezza per gestire il pubblico in esubero e garantire il distanziamento con le transenne.

“La serata ha un costo, certo, ma questo va suddiviso per tutte le voci di spesa senza dover cercare per forza la polemica” spiega la presidente Rebecca Bottoni che ringrazia ancora la rocker senese per aver “creduto nel progetto: quando un’artista di questa importanza crede in te, tutto diventa realizzabile in un festival popolare per menti fini, come diceva Lucio Dalla. E la performance della Nannini, grazie ai servizi televisivi, ha dato alla nostra città visibilità a livello nazionale“.

Non basta comunque per avere un bilancio in attivo, considerando anche i mancati introiti degli stand. “Abbiamo indubbiamente raggiunto gli obiettivi in termini di sicurezza e qualità, ma a livello economico siamo in perdita” rivela Bottoni che a metà settembre convocherà una conferenza per illustrare il resoconto finale, “specie sulla gestione delle norme sanitarie, diventata un caso studiato da altri eventi come modello da imitare“.

Un dato è certo: il contributo del Comune è passato da 60mila a 90mila euro per far fronte ai protocolli anti-contagio. Questi 30mila euro – che potrebbero spiegare le voci che si rincorrevano sulla cifra della serata della Nannini – sarebbero stati quindi investiti per coprire le maggiori spese derivate dai presidi anti-Covid tra mascherine, igienizzanti, sanificazione degli strumenti, misurazione della temperatura.

Il biglietto da 10 euro – comprensivo dell’ingresso ai tre concerti in una delle cinque location e del kit composto da zaino, guida, matite, adesivi e spille – sempre secondo quanto riferito dallo staff, avrebbe coperto solo le spese per i gadget. A ricordo delle emozioni, queste sì senza limiti.

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