Dario Virgili, dirigente della Squadra Mobile
Non un semplice (per quanto orribile) palpeggiamento, ma qualcosa di ancora più grave. Dopo che il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo nell’udienza di martedì mattina, emerge qualche dettaglio in più sull’incubo vissuto da una giovane studentessa di 23 anni nella notte tra venerdì e sabato.
Da quanto emerso durane le indagini, l’uomo, un romeno di 45 anni con un precedente per furto, poco prima delle 4 di notte si è introdotto nell’abitazione di tre studentesse, con l’intento iniziale di rubare. Per farlo si è arrampicato sulle inferriate di una finestra del piano terra, poi ha sollevato la zanzariera, unica ‘barriera’ tra interno ed esterno, dato che le finestre erano state lasciate aperte delle ragazze per far entrare un po’ d’aria in una nottata calda. Una volta all’interno, ha visto la giovane che dormiva seminuda e ha cercato di approfittarne, abusandone, sdraiandosi su di lei e poi toccandola pesantemente nelle parti intime.
Un risveglio tremendo per la ragazza, che però ha mantenuto una grande lucidità, prontissima non solo a urlare in cerca d’aiuto, ma anche a fissare nella memoria i dettagli di quella figura, quell’ombra schiarita dalle luci dei lampioni esterni, a permettere alle Volanti della Polizia di Stato di individuare in pochissimo tempo, in via Garibaldi, a circa 200 metri di distanza dalla casa, il pericoloso invasore che era fuggito lanciandosi dalla finestra.
Lui, difeso dall’avvocato Davide Seren, è indagato per violazione di domicilio e violenza sessuale – non per furto, non avendo neppure tentato di rubare alcunché prima della fuga – e si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice Carlo Negri.
A incastrarlo in questa fase delle indagini è stato il riconoscimento – svolto con il confronto all’americana – da parte della studentessa, che non ha esitato nell’indicare lui tra i quattro soggetti che gli inquirenti le hanno posto davanti.
Dopo la fondamentale attività preliminare delle Volanti, che hanno raccolto i primi indizi, congelato la scena e sono partiti subito alla caccia dell’autore, la Squadra Mobile si è subito mossa attivando i protocolli anti violenza e raccogliendo campioni biologici del fermato e della vittima per un eventuale, successivo accertamento tecnico.
“Cerchiamo di lavorare per la prevenzione e per la repressione e in questo caso abbiamo dato una buona risposta, come cerchiamo di fare sempre – afferma Dario Virgili, a capo della Squadra Mobile di Ferrara -, innanzitutto con le Volanti e poi con noi della Mobile che abbiamo cercato di valorizzare al meglio le prove raccolte. Qui ci sono la violazione del domicilio e quella della sfera sessuale che sono due delle cose più odiose da subire. Il nostro pensiero va alla ragazza”. Virgili evidenzia anche il lavoro armonico con la Procura per reati di questo tipo e, in questo caso, con il pm Andrea Maggioni che “è voluto andare sul posto anche in piena notte, comprendendo subito le conseguenze che avrebbe avuto effettuare una buona attività d’indagine”.
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