Eventi e cultura
2 Luglio 2020
Oltre 40 artisti viventi interpretano l'arte padana. Sgarbi propone una raccolta antologica dedicata a Roberto Longhi nel cinquantesimo anniversario della morte

“Pittori fantastici”, la Valle del Po in mostra al Pac

di Elisa Fornasini | 3 min

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Pittori fantastici e dove trovarli. Sicuramente dalle Valle del Po al Padiglione d’Arte Contemporanea, dove dal 3 luglio al 26 settembre sarà esposta una mostra d’arte vivente, come tutti i suoi 42 protagonisti, sotto il titolo appunto di “Pittori fantastici nella Valle del Po” in onore degli artisti di generazioni diverse nati o residenti lungo il grande fiume, dal Monviso al Delta.

Un “concetto poetico per dare prestigio al nostro territorio“, per dirla come Camillo Langone, curatore della mostra organizzata da Comune di Ferrara, Servizio Musei d’Arte e Fondazione Ferrara Arte, che valuta la doppia valenza di fantastici “come superlativo di grandi artisti brillanti che mettono la fantasia al primo posto“.

Una fantasia che odora ancora di fresco: molti pezzi, infatti, sono stati realizzati appositamente per l’occasione mentre altri erano già esistenti ma sempre legati al territori tra città, paesi, ponti, chiese, parchi, risaie, pesci, santi patroni, personaggi di Ovidio e dell’Ariosto o della vita moderna.

Per questo è stata definita una “mostra dell’arte peculiarmente padana” dal presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi che però dedica la maggior parte della conferenza stampa a rispondere agli attacchi del professor Ranieri Varese e dell’associazione Piazza Verdi. C’è solo un’anticipazione: “Ferrara entro la fine dell’anno potrebbe dedicare una mostra antologica alle scoperte del maestro Roberto Longhi nel cinquantesimo anniversario della morte. È stato un modello per molti critici d’arte ma non per chi ha governato l’arte a Ferrara negli ultimi decenni”.

“Polemiche sterili” a parte, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli si dice “solo che contento di avere vicino una persona entusiasta e generosa come Sgarbi, così Ferrara va verso la resistenza all’emergenza Covid con l’inaugurazione di questa quarta mostra ‘ribelle’, dal titolo evocativo per l’iconografia geografica e culturale che sottolinea l’importanza assoluta dello spazio culturale del territorio chiamato Padanìa. Una storia di apertura oltre le Mura verso un futuro bellissimo”.

Anche il critico d’arte ferrarese Lucio Scardino vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe e si dice “orgoglioso di aver fatto il critico locale per quarant’anni, in mezzo a personaggi snob”. E annuncia che “il prossimo anno allestiremo una mostra di Giovanni Battista Crema e nel catalogo voglio parlare del suo nucleo di opere di proprietà del Comune ma mai mostrate o pubblicate”.

Al Pac, intanto, oltre a un documento filmico realizzato da Nino Sgarbi, sono in mostra le opere di 41 pittori più uno scultore: Guido Bisagni (in arte 108), Nicola Biondani, Aurelio Bulzatti, Marcello Carrà, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Cuoghi Corsello, Vanni Cuoghi, Valentina D’Amaro, Gianluca Di Pasquale, Tamara Ferioli, Letizia Fornasieri, Moira Franco, Giovanni Frangi, Annalisa Fulvi, Massimiliano Galliani, Omar Galliani, Daniele Galliano, Gianfranco Goberti, Gabriele Grones, Ester Grossi, Giuliano Guatta, Federico Guida, Adelchi Riccardo Mantovani, Marco Mazzoni, Enrico Minguzzi, Elena Monzo, Luca Moscariello, Barbara Nahmad, Nicola Nannini, Nunzio Paci, Sergio Padovani, Carlo Alberto Rastelli, Enrico Robusti, Nicola Samorì, Marta Sesana, Riccardo Taiana, Wainer Vaccari, Nicola Verlato, Daniele Vezzani, Sergio Zanni, Luca Zarattini.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. L’ingresso è consentito a 18 persone ogni 30 minuti. Per prenotare i biglietti – intero 5 euro, ridotto 3 euro, gratuito per minori di 18 anni, matricole Unife, disabili e loro accompagnatori, visitatori nel giorno del proprio compleanno, personale sanitario operante nei reparti ospedalieri Covid-19 – cliccare qui.

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