Attualità
18 Giugno 2020
Comune, cooperative e sindacati danno il via alla scuola d'infanzia Aquilone. Disponibili 640 posti tra giugno e luglio. Coletti: "Sforzo importante, ma le tariffe sono rimaste invariate"

Riaprono i centri estivi, vocati a “sicurezza e socialità”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Il momento più atteso dalle famiglie è arrivato: riaprono i centri estivi del Comune di Ferrara per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. I centri estivi 0-3 ripartiranno invece il prossimo mese: “Dal 1° luglio” annuncia il sindaco Alan Fabbri; “anticipazione forzata, aspettiamo a confermare le date” frenano gli altri soggetti.

A parte questa piccola discrepanza, amministrazione comunale, mondo cooperativo e organizzazioni sindacali si presentano in piena sintonia giovedì mattina alla scuola d’infanzia Aquilone, in via Mambro, per dare il via alle attività “vocate alla massima sicurezza e alla ripresa della socialità” dopo l’isolamento forzato causato dall’emergenza coronavirus.

“Una collaborazione importante che ci ha consentito di essere tra le prime comunità a riaprire, un risultato non scontato perché abbiamo dovuto interpretare le ordinanze regionali” plaude il primo cittadino, che insieme a tutti i presenti ha superato il triage all’ingresso composto da indossatura di mascherina e calzari, misurazione della temperatura tramite termoscanner e igienizzazione delle mani prima di poter accedere alla materna in versione campo solare.

Rigorose misure di sicurezza – contenute in uno specifico protocollo sanitario sottoscritto dall’Ausl, che accompagna il protocollo di intesa tra Comune, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Confcooperative e Legacoop – che hanno richiesto 20 sopralluoghi, 518 ore di formazione sanitaria, 153 ore formative sulla sicurezza e 36 incontri preliminari con le famiglie.

Complessivamente sono disponibili 640 posti (150 per i Cri e 170 per i Cre per i mesi di giugno e luglio, con 90 posti riservati ai bimbi con disabilità) in 16 scuole (10 per i Cri e 6 per i Cre) che impiegano 163 addetti (94 educatori, 47 ausiliarie, 6 coordinatori e 16 operatori per le sostituzioni) provenienti da 4 cooperative (Cidas, Il Germoglio, Le Pagine e Serena), rispettando il rapporto di un educatore ogni 5 bambini per la fascia 3-6, ogni 7 per la fascia 6-10 e ogni 10 per la fascia 10-14.

Sono 130 i bambini iscritti ai centri ricreativi per l’infanzia (a cui se ne aggiungono 10 dell’integrazione educativa) e 78 ai centri ricreativi estivi (+26 per i posti di sostegno) per il mese di giugno. Il tutto fornito da 21mila mascherine (per il personale e i bimbi sopra i 6 anni) e 8000 camici, oltre a materiale per la sanificazione, termoscanner, tappetini igienizzanti per ogni plesso e test sierologici su base volontaria.

“Non posso che essere soddisfatta perché questa riorganizzazione in fase di emergenza ha dato una grande opportunità a Ferrara e, malgrado lo sforzo economico, il costo non va a pesare sulle famiglie perché le tariffe sono rimaste invariate in base all’Isee, con una riduzione di un quarto della tariffa per la prima settimana di inserimento” rivela l’assessore alle Politiche Sociali Cristina Coletti.

A “toccare con mano la volontà di lavorare nella stessa direzione, per la prima volta senza attriti” sono i sindacati – rappresentati da Natale Vitali (Cgil-Fp), Sonia Uccellatori (Cisl-Fp) e Leonardo Uba (Uil-Fp) -, soddisfatti di aver “condiviso un obiettivo comune, migliorato i protocolli regionali e statali (ad esempio la misurazione della temperatura è obbligatoria e sostituisce l’autocertificazione) e tutelato i posti di lavoro, evitando un problema sociale”. In questo caso le cooperative hanno richiamato in servizio 160 addetti, per i centri 0-3 sarà utilizzato tutto il personale comunale delle materne e dei nidi.

Se Chiara Bertolasi (Confcooperative) sottolinea “l’attenzione particolare per l’integrazione dei disabili”, Chiara Bertelli (Legacoop Estense) ricorda lo “sforzo progettuale senza eguali” del tavolo Ferrara Rinasce: “Ferrara non rinasce se non ripartono i servizi per le famiglie, e lo abbiamo dimostrato. Ora si cerca di promuovere questi modelli nei centri diurni per anziani e disabili”.

Un “progetto perfetto che va preso come modello, già in applicazione a Bondeno, Voghiera e Terre del Reno” aggiunge il presidente del Consorzio Res Elias Becciu che sorride nel vedere i “bambini tornare protagonisti del loro tempo e del proprio spazio, nel rispetto delle regole”.

Sorridono meno alcuni genitori che si sono lamentati dello slittamento dell’inizio delle attività in alcuni plessi: “La progressività delle aperture era necessaria per dare tempo alle famiglie di entrare in contatto con l’equipe operativa, ma i tempi sono stati dati con chiarezza” replica Becciu. “È un sistema nuovo e innovativo volto alla piena tutela, bisogna avere un minimo di tolleranza per comprendere il grande lavoro alle spalle” è l’ultimo augurio espresso dall’assessore Coletti.

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