Ultimo giorno di Gaza
L’Europa è anche Gaza. E Gaza è anche Europa. Non serve avere una stessa bandiera per riconoscersi tra essere umani
L’Europa è anche Gaza. E Gaza è anche Europa. Non serve avere una stessa bandiera per riconoscersi tra essere umani
. Sarà conferito oggi (venerdì 9 maggio) l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpo della 90enne Lidia Ardizzoni, l'anziana donna il cui cadavere - durante il tardo pomeriggio di lunedì 5 maggio - è stato trovato dai carabinieri avvolto nel cellophane e nascosto nel garage di un'abitazione al civico 70/D lungo al via Provinciale a Scortichino
Aveva definito il Coisp “un sindacato di Polizia famoso solo ed esclusivamente per aver difeso gli assassini di Federico Aldrovandi”. E il gip di Milano ha archiviato la querela contro Fedez perché “è una frase che corrisponde al vero”
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello presentato a ottobre scorso da Anas, respingendo definitivamente i tre ricorsi proposti presentati da alcuni soggetti privati espropriati contro la realizzazione della variante alla SS16 da Argenta a Ponte Bastia
Macabra scoperta ieri sera (5 maggio) a Scortichino dove, in un garage di un'abitazione in via Provinciale, i carabinieri hanno ritrovato il cadavere di una donna anziana di 90 anni. Al momento dell'arrivo dei militari il corpo era avvolto da cellophane
C’erano una volta,
giovani uomini e donne che si trovarono improvvisamente soli con loro stessi, a specchiare l’immagine di quel sé non ancora così ben costruito, chiusi d’improvviso ciascuno nella propria casa. Tutti improvvisamente soli a specchiare i loro volti e a cercare di superare quell’assurdo silenzio dentro il quale, d’improvviso, la loro vista di adolescenti si trovata imbrigliata.
C’erano una volta la solitudine e il silenzio degli altri, c’erano una volta nuovi interlocutori, foglie, l’abbaiare di un cane, il cinguettio degli uccelli, le voci poco rassicuranti dei televisori, l’odore del lievito. E tanto tanto silenzio calato d’improvviso sul mondo intero.
Un mondo che diventa ostile e ti chiude in casa solo, davanti a te e alla tua precarietà, i tuoi limiti. Tra i rumori domestici i numeri dei pazienti colpiti dal virus , i deceduti, la disperazione e il dolore della malattia. Ed ecco riaffiorare lentamente, in un tempo e in uno spazio surreali, i pensieri rivolti agli amici, agli amori e a tutti quelli spazi, fino a quel giorno dati per scontati.
Ecco apparire una realtà altra che non prevede nessuna forma di contatto, le immagini dei professori sfuocate e lontane, il loro imbarazzo, di alcuni almeno, lo scoramento, lo spaesamento dentro le basse temperature di una didattica a distanza assolutamente improvvisata.
Continuano a battere i tamburi nelle nostre coscienze. Fuori tutto, ma proprio tutto tace. La speranza che tutto finisca superando quei tetti e restituendo allo sguardo semplicemente l’altro. Apriremo gli occhi e la musica della natura tornerà a riempirsi delle voci umane? Forse voci cambiate, inquiete, desolate, impaurite.
Forse saranno quelle voci a restituire il tolto e nel dolce ci vediamo presto, anzi non ci vediamo e stai bene, tutto ritornerà come era. Noi no.
Grazie alla sensibilità straordinaria dei nostri giovani studenti, i più dimenticati nel corso di questa pandemia.
Il video del progetto “Montaggio in gioco. Laboratorio per suoni e immagini” a cura degli studenti del Dosso Dossi.
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