"Diventa quello che sei"
1 Giugno 2020

C’erano una volta

di Francesca Boari | 2 min

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C’erano una volta,

giovani uomini e donne che si trovarono improvvisamente soli con loro stessi, a specchiare l’immagine di quel sé non ancora così ben costruito, chiusi d’improvviso ciascuno nella propria casa. Tutti improvvisamente soli a specchiare i loro volti e a cercare di superare quell’assurdo silenzio dentro il quale, d’improvviso, la loro vista di adolescenti si trovata imbrigliata.

C’erano una volta la solitudine e il silenzio degli altri, c’erano una volta nuovi interlocutori, foglie, l’abbaiare di un cane, il cinguettio degli uccelli, le voci poco rassicuranti dei televisori, l’odore del lievito. E tanto tanto silenzio calato d’improvviso sul mondo intero.

Un mondo che diventa ostile e ti chiude in casa solo, davanti a te e alla tua precarietà, i tuoi limiti. Tra i rumori domestici i numeri dei pazienti colpiti dal virus , i deceduti, la disperazione e il dolore della malattia. Ed ecco riaffiorare lentamente, in un tempo e in uno spazio surreali, i pensieri rivolti agli amici, agli amori e a tutti quelli spazi, fino a quel giorno dati per scontati.

Ecco apparire una realtà altra che non prevede nessuna forma di contatto, le immagini dei professori sfuocate e lontane, il loro imbarazzo, di alcuni almeno, lo scoramento, lo spaesamento dentro le basse temperature di una didattica a distanza assolutamente improvvisata.

Continuano a battere i tamburi nelle nostre coscienze. Fuori tutto, ma proprio tutto tace. La speranza che tutto finisca superando quei tetti e restituendo allo sguardo semplicemente l’altro. Apriremo gli occhi e la musica della natura tornerà a riempirsi delle voci umane? Forse voci cambiate, inquiete, desolate, impaurite.

Forse saranno quelle voci a restituire il tolto e nel dolce ci vediamo presto, anzi non ci vediamo e stai bene, tutto ritornerà come era. Noi no.

Grazie alla sensibilità straordinaria dei nostri giovani studenti, i più dimenticati nel corso di questa pandemia.

Il video del progetto “Montaggio in gioco. Laboratorio per suoni e immagini” a cura degli studenti del Dosso Dossi.

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