Cronaca
28 Maggio 2020
Norbert Feher doveva rispondere degli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri e del tentato omicidio di Marco Ravaglia

Confermato anche in appello l’ergastolo per ‘Igor il russo’

di Daniele Oppo | 3 min

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Corteo del 25 aprile. La Resistenza vive

Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

La Corte d’assiste di appello di Bologna ha confermato la condanna all’ergastolo per Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, detto anche Igor il russo.

Il killer serbo era accusato per l’omicidio del barista di Budrio, Davide Fabbri, per quello della guardia ecologica volontaria Valerio Verri e per aver tentato di uccidere il poliziotto provinciale Marco Ravaglia tra l’1 e l’8 aprile del 2017.

“Abbiamo visto ghignanti sorrisi sparire al cospetto del tunnel carcerario dal volto di tanti analoghi e feroci assassini – ha detto il pg Valter Giovannini nella sua requisitoria mercoledì mattina, secondo quanto riportato dall’Ansa -. Fatalmente accadrà anche per costui che mai, dico mai, ha speso mezza parola di rimorso per quanto fatto e di rispetto per le persone del tutto incolpevoli verso le quali si è autopromosso feroce carnefice”. Giovannini ha chiesto ai giudici di far “spegnere lentamente, applicando la legge, quel ghigno nei prossimi lunghi decenni che Igor passerà in carcere”.

“Ergastolo doveva essere ed è stato”, commenta secco l’avvocato Fabio Anselmo, che ha rappresentato i figli di Valerio Verri, che “sono soddisfatti, anche se rimane una tragedia per loro”. In tutto questo c’è spazio almeno per qualcosa di bello: “Non sono venuti oggi per le normative anti-Covid e anche perché Francesca aspetta un bambino”.

Nonostante la pena sia stata confermata, la corte ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, assolvendo il killer serbo (che si trova in carcere in Spagna, dove venne catturato nel dicembre del 2017 dopo 8 mesi di latitanza e altri omicidi) per la tentata rapina a un cittadino pakistano a Consandolo. Uniti anche i capi d’imputazione sul porto abusivo della pistola sottratta alla guardia giurata con la quale ha ucciso Verri e tentato di ammazzare Ravaglia.

Torno a casa più sereno – afferma proprio Ravaglia a Estense.com -. Mi sento più rilassato, più leggero anche se questo non mi fa stare meglio per tutto il male che quell’uomo ha seminato, però sapere che la giustizia sta compiendo il suo corso con ritmi spediti e questi risultati mi fa sentire un pochino più sollevato”.

“Siamo contenti – dichiara l’avvocato Denis Lovison, che ha rappresentato in giudizio il poliziotto provinciale ferito da Feher -. Avevamo paura della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa perché avrebbe potuto implicare la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, ma il presidente e la corte d’assise, sulla base anche delle nostre argomentazioni, non hanno accolto la richiesta, anche perché Feher si è sempre comportato da killer spietato dimostrando che avesse piena capacità di intenedere e di volere. Quando prendo un incarico cerco sempre di ottenere il massimo possibile per il mio assistito, in questo caso era portare a casa l’ergastolo e l’abbiamo ottenuto. Posso ritenermi soddisfatto anche perché i capi d’imputazione che riguardavano marco sono riamasti invariati, nonostante loro abbiano cercato di far passare la tesi che lui si sia difeso da Marco e da Verri, quasi come se fossero stati loro colpevoli in qualche maniera di averlo minacciato: è stato lui che ha teso un agguato”. La relativa felicità è doppia per Lovison, che in passato ha vestito la divisa da carabiniere: “Quando il tuo cliente è un tuo ex collega e porta la divisa come la hai portata tu e poi è diventato un tuo amico è ancora più bello”.

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