Du iu śpich frares?
12 Marzo 2020

Speranzo Millenio tra Thunberg, umarèl e coronavirus

di Maurizio Musacchi | 7 min

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Greta Thunberg, umarèl, coronavirus. Ammiro molto la ragazzina svedese che ha provato a dare una smossa all’indifferenza della “Grande Finanza” nei confronti dei problemi climatici sulla Terra. Ritengo che parlare del drammatico problema dei danni che il clima sta recando al Globo sia meritorio.

Non accetto però che punti il dito verso tutta la vecchia generazione. Non siamo tutti uguali! Io, ad esempio, sono sempre stato ecologista, fin da ragazzo. Ho piantato tantissimi alberi in terreni di un mio zio sul Garda, presso Desenzano. In zona di via Nievo dove abito, con amici, ho contribuito a coltivare attorno al nostro condominio, decine di alberi, che ora sono imponenti, avendo una quarantina d’anni.

Fin da ragazzo, visitavo con amici località turistiche nei pressi di Ferrara bicicletta, conseguentemente, non inquinando. Da anni compro ed uso, piccole automobili funzionanti a metano. In città mi muovo in bicicletta e a piedi, evitando di usare, quando posso l’auto. Circolare in bicicletta o a piedi, fa bene alla salute e non inquina per niente.

“Speranzo Millennio”, il racconto che vi propongo, se avrete la bontà di leggerlo, tratta idee e progetti pro ambiente che, pur di fantasia, denotano la mia grande voglia di parlare, propagare idee utili per l’evoluzione positiva dell’ecosistema. Lo scrissi più di vent’anni fa. Idee somiglianti alle mie sono state messe in pratica da architetti a Milano e in altre parti del Mondo. Non sono così presuntuoso da ipotizzare che mi abbiano copiato, però sono felice che le idee d’un “umarèl” fossero tutto sommato buone.

All’epoca avevo quasi sessant’anni, quindi  già entravo nell’ottica di questo appellativo. Purtroppo, chi ci ha appioppa tale nomignolo, non sempre lo fa solo con ironia. La garbata presa in giro, si può sopportare, anche se a volte rischia l’offesa. Lo fanno, simpaticamente, tanti comici di cabaret. Mi purtroppo, capita come sere fa, durante l’attraversamento a piedi sulle strisce, in via Bologna di sentirmi apostrofare, da un giovane “gentiluomo” su di un lussuoso suv: umarèl ad mer… mòvat. Oppure, allo stadio, dove un tizio, sentendomi brontolare perché la Spal giocava male, più o meno si comportò allo stesso modo. Se mi permetto di parlare, magari criticando qualcuno che politicamente non la pensa come me, stesse situazioni, anche peggio.

Su Facebook ho azzardato un paio di considerazioni, esposte in modo più che educato. Sono stato subissato di improperi e perfino minacce. Scusate se da “umarèl” rimpiango i tempi in cui s’andava allo stadio, se non abbonati, comprendo il biglietto, come ad un qualsiasi spettacolo. Si entrava, c’erano tifosi di tutte le squadre d’Italia, vicini, si discuteva, ma non ci si offendeva. C’era pure il culto del rispetto nei confronti degli anziani. Se qualcuno s’azzardava a offendere un vegliardo, veniva immediatamente ripreso.

Ora, la tragedia che ha colpito l’Umanità: il Coronavirus miete vittime prevalentemente attempate. Sentendo e leggendo commenti sui media, quasi compiaciuti che, in fin dei conti muoiano solo inutili vecchi, appartenendo a tale categoria, non è che ne sia entusiasta. Ho quasi ottant’anni.

Sono nato nel 1940 come Mina, Al Pacino, Dario Argento, Brian de Palma, Renato Pozzetto, Pippo Franco, Placido Domingo, Francesco Guccini e altri personaggi che, nonostante l’età, si muovono nell’ambito delle loro professioni e sono attivi e lucidi. Andrea Camilleri scrisse e presentò la sua ultima opera a 93 anni, poco tempo prima di morire.

Bell’immagine di “umarèl”, che ne dite? Concluderei chiedendo di riflettere, prima di “rottamare” i veterani: se la salute lo consentirà, (auguri) ci arriverete anche voi rendendovi conto della difficoltà, a volte, del ruolo.

Speranzo Millenio. Favola o auspicio? 

Concorso “Casa Operaia di Mutuo Soccorso” Bondeno.
“Speranze ed attese per l’anno 2000”- 3° Premio sez. racconti.

In un bar del centro di Bondeno, c’è un vecchio barbone seduto ad un tavolino, ha davanti un bicchiere di vino bianco; l’espressione è assorta e lo sguardo fisso nell’ignoto! S’avvicina un ragazzo, lo guarda stupito, non ha mai visto un barbone dal vero, solo nei film o alla televisione, non sa come attaccare discorso, ma lo vuol fare, è spinto da una strana curiosità che quasi l’opprime, lo prende, lo affascina insomma: si presenta!

– Mi chiamo Volontà, scusi se l’importuno, non l’ho mai vista, lei non è di Bondeno vero?-
L’approccio è banale, pure piuttosto desueto nel contesto di tempi d’incomunicabilità fra la gente, nella fattispecie fra giovani ed anziani; ma il vecchio sorprendentemente risponde, (dopo aver osservato con curiosità l’interlocutore) con fare pacato e gentile.

-Il mio nome è Speranzo Millennio, sono cittadino del Mondo ora, ma nacqui a Bondeno…troppi anni orsono, la lasciai in tempi in cui tutti lavoravamo con fatica, pescavamo per diletto e per necessità nei limpidi corsi d’acqua del circondario, che fungevano pure da piscine, ove imparavamo a nuotare, l’aria era tersa e pura, non c’erano tante auto o industrie inquinanti. Molta povertà, tanti sacrifici, un po’ di fame, ma quanti amici e quanta solidarietà! Per chi aveva problemi economici…una bella colletta e la famiglia in difficoltà veniva assistita, nessuno moriva di stenti!

-Ma… avete parenti, amici, conoscenti, vedo che siete solo, come mai?-
La curiosità si amalgama con un non so che di compassione per quell’uomo in così male arnese al punto che il giovane pone, senza imbarazzo domande perfino invadenti.
-No caro ragazzo, non ho più parenti; gli amici poi, anche se ne dovessi rintracciare qualcuno, potrebbero pensare che ho qualche necessità e li metterei inutilmente in imbarazzo, poiché in verità, a me non manca nulla. Ho una certa pensione che mi consente di sopravvivere, una bicicletta che mi porta per l’Italia e la serenità di sapere che, fra qualche tempo, quando qualcuno vorrà, me ne andrò in punta di piedi! Nessuno piangerà, farà smanie, spargerà lacrime e non dar dolore alla gente è un bel vantaggio per un vecchio, inventore quale sono io! Si inventore, anzi giovanotto, guarda un po’!-

Il vecchio davanti allo sguardo stupito del ragazzo, apre la borsa consunta e sdrucita che tiene vicino alle gambe del tavolino e ne trae un pacco di carte, rese giallastre dal tempo; con sopra un’infinità di disegni, formule, scritte più o meno chiare e comprensibili. Il giovanotto però, che da qualche anno è iscritto ad ingegneria, ha dimestichezza con formule, disegni tecnici e tutto ciò che riguarda la struttura meccanica o edile. Dopo un sommario controllo, spinto da una forma di curiosità che lo prende quasi inconsciamente, si rende conto che ciò di cui lo strano individuo gli sottopone in visione, è oltremodo interessante; nient’affatto materiale partorito da un pazzoide, come sembrerebbe di primo acchito, considerando l’interlocutore perlomeno bizzarro e dal poco affidabile aspetto!

-Questo è un progetto di elettro turbina mobile per ottenere corrente elettrica dalla corrente dei fiumi. Quest’altro è un progetto di giardini di copertura di abitazioni con struttura a radicamento leggero che consente di ricoprire le case con vegetazione, senza appesantirle, ma ottenendo effetto fresco d’estate e protezione invernale con grande produzione d’ossigeno. Questo è un progetto di sfruttamento ecologico, ma intensivo dei canali del circondario, con ampie zone attrezzate per pesca sportiva, anche remunerativa per pescatori di professione. Tutto ciò può essere sfruttato, in modo da ottenere ricchezza per la popolazione senza inquinare, facendo vivere la gente meglio, dando possibilità di lavoro e benessere alle famiglie!- L’uomo s’è infervorato, parla ad alta voce, nel tentativo di essere più convincente, sciorina disegni e progetti, nei quali è ovvio, crede fermamente!

-Tieni sono tuoi, non te ne pentirai!- Poi porge i disegni al ragazzo, ancora rintronato dalla sequela di nozioni, note, disegni, ed altro! Tentare di rifiutare l’omaggio è pressoché impossibile, l’insistenza del donatore, diventa persino prepotentemente patetica! Probabilmente, è solo per non sembrare scortese al barbone, che accetta il carteggio.Gli paga un altro bicchiere di vino e se ne va col malloppo, salutandolo affabilmente. Arrivato a casa, comincia a studiare quelle…cartacce, ma s’accorge ben presto che i progetti sono tutti validi e confrontandoli nel tempo ad altri similari, si rende conto che sono originali, nient’affatto copiati, tutti di grande spessore scientifico!

Tornerà tante volte in quel bar, del vecchio nessuna traccia, nessuno ne ha saputo più nulla, si è volatilizzato! Pure una mini inchiesta, con vecchi del paese, non dà esito!

Anno duemilacinquanta. Bondeno è un luogo simbolo! Economicamente completamente autosufficiente, ecologicamente all’avanguardia. Coloratissima di giardini pensili che la ricoprono quasi totalmente. I mezzi di locomozione, silenziosissimi perché azionati ad energia elettrica; come tutte le attività del luogo, comprese quelle industriali. L’acqua dei canali del circondario è pulitissima e gli argini brulicano di pescatori e in apposite zone di bagnanti! Gli ex emigrati sono tornati quasi tutti, si sono reintegrati nelle impegnatissime industrie, realizzate dall’ing. Volontà. Tutte a carattere strettamente ecologico!

Davanti al fiume Po, un… ex studente d’ingegneria, sta osservando soddisfatto il lavoro di decine di turbo elettriche mobili, che ha prodotto ed esportato in tutta la Terra. Una nuvola alta sul fiume, prende forma del viso di un certo vecchio barbone… sembra quasi sorrida!

È Lui, lo riconosce, alza il braccio e urla! – Grazie!-… L’eco gli risponde…- Grazieee!

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