Gestione illecita di rifiuti edili, denunciate cinque ditte ferraresi
I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
La Procura di Ferrara ha nuovamente chiesto l'archiviazione per l'allora direttore del distretto Sud-Est dell'Ausl di Ferrara e per un'operatrice telefonica del 118, inizialmente indagati per omicidio colposo relativamente alla morte di Francesco D'Antoni, deceduto ad Argenta il 20 marzo 2021 per infarto miocardico acuto
Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale
È un guanto di sfida quello che l'avvocato Fabio Anselmo lancia al sindaco Alan Fabbri, a cui chiede di uscire "dalla bolla dei social" e presentarsi "davanti alla città per un confronto pubblico dove misuriamo le idee e la visione della Ferrara dei prossimi cinque anni"
Massimiliano De Marco, presidente e legale rappresentante della Servizi Ospedalieri Spa, società appartenente al Gruppo Rekeep di Bologna, è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste nel processo relativo alla fornitura di mascherine facciali filtranti Ffp2 all'Azienda Sanitaria Locale di Bari
Codigoro. Ha sparato al suo cane, un Breton, e lo ha lasciato lungo un argine di campagna a Codigoro. Un cacciatore di Bosco Mesola di 50 anni dovrà presto risponderne, ma prima gli inquirenti vogliono capire se si sia trattato di un incidente o se invece ci sia stata proprio la volontà di uccidere.
Ci sono ancora dei punti da chiarire nella vicenda che, oltre alla procura, vede impegnata la polizia provinciale guidata dal comandante Claudio Castagnoli, attivatasi dopo il ritrovamento del cane da caccia. Per prima cosa, infatti, è stata notata una strana coincidenza, spia di una brutta abitudine di alcuni cacciatori: l’età avanzata dell’animale e la sua morte avvenuta negli ultimi giorni di apertura della stagione di caccia durante lo scorso autunno. Dopo aver portato l’animale all’istituto zooprofilattico, gli inquirenti hanno aspettato che passasse un mese prima di fare una visita al proprietario: volevano vedere se sarebbe andato a denunciarne la scomparsa all’anagrafe canina. Cosa mai avvenuta.
Ecco che allora i poliziotti si sono recati nell’abitazione dell’uomo che ha subito ammesso di essere stato lui a sparargli, ma di averlo fatto per sbaglio, con un colpo di fucile esploso da tre metri di distanza mentre il cane era impegnato in una zuffa con una nutria. Ma non è stato molto convincente, perché ha anche detto di aver visto una nutria sull’argine, di aver sparato, di essersi avvicinato e di aver visto il cane impegnato in un combattimento con il roditore.
Qualcosa non torna, anche perché da quanto si apprende, almeno da un esame esterno, il cane non riportava neppure segni di una zuffa e per questo è stato disposto un approfondimento scientifico, in modo da appurare anche da che distanza è stata esplosa la fucilata che, date le dimensioni dei fori di entrata e uscita della pallottola, per gli inquirenti potrebbe essere molto inferiore ai tre metri dichiarati dal cacciatore.
Nel frattempo all’uomo sono state ritirate tutte le armi.
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