Cronaca
7 Dicembre 2019
Eseguita l'autopsia, ora si attendono le valutazioni del medico legale. Un'analisi preliminare sembra confermare il decesso di Padovani a causa di un'infezione da meningococco

Meningite al Sant’Anna. Padovani si sarebbe potuto salvare?

Pier Paolo Padovani
di Daniele Oppo | 2 min

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Pier Paolo Padovani

Pier Paolo Padovani (foto da Facebook)

Incarico conferito e autopsia eseguita in giornata sulla salma di Pier Paolo Padovani, deceduto per una sospetta meningite il 25 novembre al Sant’Anna dove era giunto in condizioni disperate dopo essere stato rimandato a casa dai medici appena il giorno precedente.

Per avere i risultati servirà del tempo: il medico legale Donatella Fedeli  nominato dal pm Fabrizio Valloni ha chiesto 60 giorni di tempo per consegnare l’elaborato peritale, ma i tempi sono destinati ad allungarsi anche per la necessità di far eseguire delle analisi specialistiche a un infettivologo, ancora da individuare e a cui affidare il relativo incarico.

Per la morte sette medici del Sant’Anna (dei reparti di Ematologia, Rianimazione e Pronto soccorso difesi dagli avvocati Michele Ciaccia, Marco Linguerri e Giuseppe Moretti) sono stati iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di omicidio colposo.

Da quanto si apprende, le analisi preliminari avrebbero confermato una morte per sepsi da meningococco conseguente alla meningite e ciò che il consulente dovrà valutare con attenzione è se la situazione di Padovani al primo accesso della tarda serata del 24 novembre al Pronto soccorso del Sant’Anna fosse già riconoscibile e tale da consigliarne il ricovero. Quello che si sa è che in quel frangente non vennero riscontrati i segni tipici della meningite da meningococco e ciò portò i sanitari a dimetterlo in nottata, rimandando la valutazione al medico curante, pur in presenza di analisi con valori differenti da quelli di riferimento. Per il consulente della famiglia (assistita dall’avvocato Monica Tartari) erano tali da dover far propendere per un ricovero precauzionale.

I segni invece erano ben presenti al secondo accesso, purtroppo tardivo, quello del pomeriggio del 25 novembre, quando Padovani arrivò in ambulanza e in condizioni già estremamente gravi e compromesse, tanto da essere ricoverato subito in Rianimazione, dove morì poco dopo le 20.

Il medico legale dovrà valutare anche se, visto il precipitarsi degli eventi, un eventuale ricovero il giorno precedente avrebbe potuto cambiare l’esito di questa triste vicenda. Padovani si sarebbe potuto salvare se fosse rimasto in ospedale già dopo il primo accesso al pronto soccorso?

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