Eventi e cultura
4 Dicembre 2019
Attraverso la musica il 28enne ferrarese è riuscito a recuperare le proprie capacità di comunicare e ha presentato i suoi primi brani nel reparto dove fu ricoverato

Un rap per ricominciare a vivere: a dieci anni dall’incidente Elia canta per i pazienti di Cona

di Ruggero Veronese | 3 min

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Se c’è una storia che insegna a non arrendersi di fronte alle difficoltà è senza dubbio quella di Elia Toselli, il rapper ferrarese di 28 anni che martedì pomeriggio ha conquistato e commosso il reparto Gravi Cerebrolesioni dell’ospedale di Cona, cantando a pazienti e personale le sue prime cinque canzoni. Un concerto che per il giovane musicista è stato come la chiusura di un cerchio, dopo il terribile incidente che dieci anni fa lo ridusse in condizioni disperate, con poche speranze di poter tornare a muoversi e a parlare. Ma passo dopo passo, strofa dopo strofa, Elia ha saputo dimostrare che l’impegno e la costanza nell’inseguire i propri sogni possono essere più forti anche del peggior trauma.

E non è un caso che il 28enne abbia voluto presentare le proprie canzoni proprio di fronte ai pazienti del reparto in cui ha trascorso tutto l’anno successivo all’incidente, per portare la propria esperienza e la propria motivazione a chi oggi si trova all’inizio o nel bel mezzo di lunghi e difficilissimi percorsi di riabilitazione. Proprio la musica, per Elia, ha rappresentato un aiuto fondamentale nel recuperare le proprie capacità dopo il trauma. “Quando avevo 16 o 17 anni – ci racconta il giovane rapper al termine del concerto – mi avevano già proposto di provare a pubblicare un disco. Dissi che ci avrei lavorato, ma poi c’è stato l’incidente”.

Nei lunghi anni di riabilitazione, Elia spiega che proprio il rap ha rappresentato uno strumento fondamentale per recuperare la propria normalità: “A volte quando parlo faccio ancora fatica, ma il rap mi aiuta a sciogliermi e a slegarmi. Sto continuando a scrivere: queste cinque canzoni sono solo l’inizio. Scrivo quello che ho in mente, e spero che possa aiutare anche chi deve affrontare il mio stesso percorso. Cosa vorrei adesso? Una ragazza, ma non ho molta fretta perché ho avuto una storia lunga sette anni che è finita da poco”.

Ad aiutare il giovane nel realizzare i brani è stato il musicista Francesco Cairo, che dopo le collaborazioni con artisti come i Tiromancino e Luca Barbarossa ha iniziato un percorso come musicoterapeuta: “Elia voleva ricominciare a cantare le sue canzoni, quindi l’ho aiutato sia come musicoterapeuta che come autore e in questi due anni abbiamo lavorato sulla voce, la memoria e la ritmica. La musica è un linguaggio universale e spesso riesce ad aiutare in molti ambiti, come nel rapporto coi ragazzi disabili”.

Ed è difficile non notare le espressioni di orgoglio del personale del reparto, fiero di riabbracciare un paziente dimesso ormai oltre 8 anni fa e tornato per dare spinta e motivazione ai pazienti ricoverati: “Sono iniziative che cerchiamo di promuovere il più possibile – spiega la dirigente del reparto Susanna Lavezzi -, e amiamo ritrovare i pazienti e i loro famigliari per queste occasioni, anche per dare un segno di continuità nei percorsi di riabilitazione. Per chi ha subito gravi traumi è fondamentale la capacità di rimettersi in gioco e rinnovarsi anche con nuove capacità, perché la riabilitazione deve essere anche sociale oltre che fisica. E oggi siamo tutti molto fieri di quello che ha fatto Elia”.

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