Eventi e cultura
28 Novembre 2019
Ultima mostra prima dei lavori dedicata alla "rivoluzione dello sguardo" del pittore di Barletta. E nella passerella spunta una finestra sul giardino

De Nittis e le sue “fotografie viventi” chiudono palazzo Diamanti

di Elisa Fornasini | 3 min

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Sarà Giuseppe De Nittis ad accompagnare palazzo dei Diamanti verso la chiusura per lavori. Un’ultima mostra, dedicata alla “rivoluzione dello sguardo” dal 1° dicembre al 13 aprile, prima del cantiere che riqualificherà le sale espositive, inaugurerà una piccola caffetteria, riaprirà le corti interne e soprattutto darà un nuovo volto alla passerella che attraverserà il giardino da recuperare con piante ornamentali e forse uno specchio d’acqua.

La riapertura del Diamanti è prevista nell’autunno del 2021 o al più tardi nella primavera del 2022 ma, approfittando del ritardo dell’avvio dei lavori a causa dell’arcinota bocciatura del padiglione moderno, Ferrara Arte ha colto al volo l’invito della Pinacoteca di Barletta per uno scambio di opere di Boldini e De Nittis, vicini per epoca, carriera e nascita delle collezioni, donate dalle vedove alle loro città.

L’esposizione – come spiegato dalla direttrice Maria Luisa Pacelli, insieme alle curatrici Barbara Guidi e Hélène Pinet durante l’anteprima che ha emozionato anche l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli – va dritta alla sostanza della qualità pittorica dell’artista pugliese di fine Ottocento, fortemente legato alla fotografia e a quel modo diverso di guardare il paesaggio che rivoluziona i codici dell’arte e apre la strada alla modernità.

La prima sala, non a caso, è allestita come una camera oscura per introdurre i visitatori in questo dialogo ‘visivo e parlante’ grazie all’affiancamento dei dipinti a scatti d’epoca dei più importanti fotografi del tempo. Che sia La Traversata degli Appennini, il Mare in burrasca, ‘istantanee’ del Vesuvio in eruzione, la nebbia color ruggine di Westminster o la candida neve di Parigi, a De Nittis non sfugge l’occhio fotografico e la restituzione materica degli effetti atmosferici.

Dagli evocativi paesaggi en plein air vicini all’impressionismo ai ritratti della moglie francese Léontine e dei committenti della borghesia emergente e narcisista, il pittore di Barletta ha saputo coniugare sperimentazione e adeguamento ai gusti del pubblico che gli hanno regalato affermazione e successo fino alla morte prematura che lo colse a 38 anni nel 1884.

In eredità ha lasciato le sue “fotografie viventi“, come definite dalla critica dell’epoca; una sensibilità affine agli amici Manet, Degas e Caillebotte; una poetica del vero in stile Courbet; la raffinatezza del Giapponismo; una scatola contenente 100 fotografie da cui traeva ispirazione e un atelier mobile, una carrozza per catturare di nascosto il pulsare della vita “che il finestrino inquadra per un istante”.

Vedute anche a misura di bambino. Offside Kids è infatti la novità del progetto didattico curato da Chiara Vorrasi che ha allestito una sala dedicata ai più piccoli, che potranno ammirare i quadri posizionati alla loro altezza e partecipare a laboratori creativi. Anche la passerella che collega le due ali espositive è stata adeguata alla sensibilità paesaggistica di De Nittis, aprendo una finestra sul giardino in attesa della riqualificazione.

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