La Destra e le donne
Fossero servite altre prove del fatto che essere prima donna a capo di un governo non ha fatto di Giorgia Meloni una Presidente del consiglio dalla parte delle donne, negli ultimi giorni se ne sono aggiunte due
Fossero servite altre prove del fatto che essere prima donna a capo di un governo non ha fatto di Giorgia Meloni una Presidente del consiglio dalla parte delle donne, negli ultimi giorni se ne sono aggiunte due
“Prendiamo atto della scelta dell’amministrazione nel scegliere un soggetto diverso e ringraziamo per la possibilità dataci di presentare il nostro piano triennale”. La X Martiri Asd commenta l'affidamento della Nuova Spal
Quando aggredì l'ex compagno all'esterno di un bar di Portomaggiore, Amanda Guidi era capace di intendere e di volere, nonostante un disturbo della personalità borderline segnato principalmente da impulsività, antisocialità e marginalizzazione
Dalla doppietta di Juan Ignacio Molina alla cordata dell’imprenditore Juan Martin Molinari. La nuova Spal, o meglio dire – per ora – l’Ars et Labor Ferrara riparte dall’Argentina, terra che richiama inevitabilmente Oscar Massei, e dalla bandiera Mirco Antenucci. La notizia della scelta operata dal sindaco Fabbri e dall’assessore Carità ha però diviso i tifosi sui social
Tre assoluzioni e una condanna. È quanto ha deciso - in primo grado - la giudice Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara per le quattro persone finite alla sbarra perché, secondo l'accusa iniziale, tra il 26 e il 28 ottobre 2021, avevano approfittato dei lavori di asfaltatura che la Provincia di Ferrara gli aveva affidato in appalto, per truffare 6.397 all'ente
Dopo due settimane di polemiche politiche arriva in consiglio comunale il ‘caso Paron’, ma nel totale disinteresse dell’amministrazione ferrarese che, dopo aver chiesto a più riprese le dimissioni della presidente della Provincia, si è assentata dal consiglio comunale proprio mentre si discuteva del relativo ordine del giorno.
Vuoti i banchi del sindaco Alan Fabbri e di tutti i suoi assessori, e in particolare quello del vicesindaco Nicola Lodi, vero ‘convitato di pietra’ al dibattito insieme alla stessa Barbara Paron, dal momento che lo ‘strappo istituzionale’ che viene imputato alla presidente della Provincia deriva proprio dal suo rifiuto di condividere lo stesso palco col vicesindaco.
Per chi si fosse perso i precedenti, Paron è stata investita dalle polemiche il 4 novembre scorso, quando ha abbandonato i festeggiamenti per la Giornata dell’Unità Nazionale a causa della presenza di Lodi al posto del sindaco Fabbri. Lo sdegno della presidente della Provincia derivava in particolare dal fatto che un anno prima Lodi aveva ‘violato’ il pennone della bandiera issando lo stemma della Lega, annunciando la vicina “conquista di Ferrara” da parte del proprio partito: un comportamento giudicato da molte persone, Paron compresa, di scarso rispetto per l’identità nazionale che lo stesso Lodi un anno dopo andrà a celebrare.
A illustrare la richiesta di dimissioni è il consigliere della Lega Alcide Mosso, che nell’attaccare Paron difende il comportamento tenuto l’anno precedente dal videsindaco: “Quando Lodi ha issato la bandiera della Lega era un privato cittadino, mentre Paron è un pubblico ufficiale e in quanto tale era tenuta a un comportamento consono, invece di creare imbarazzo ai cittadini. Un pubblico ufficiale dovrebbe agire al di là dei propri risentimenti personali ma così facendo ha deciso di non voler più svolgere il proprio ruolo con disciplina e onore”. A difendere Lodi è anche il suo stesso avvocato, Ciriaco Minichiello, eletto in consiglio comunale nelle liste della Lega, secondo cui “parliamo di una persona che ha preso 1.200 preferenze anche per via di certi comportamenti forti, una persona che ha concretamente contribuito a distruggere il Pd a Ferrara, perché è soprattutto grazie a Lodi se il Pd ha perso le elezioni”.
A sostenere la presidente della Provincia non sono solo i gruppi di Pd e Gente a Modo, ma anche Tommaso Mantovani del Movimento 5 Stelle, che prova in qualche modo a mediare tra le inconciliabili posizioni di maggioranza e opposizione: “Se avessi dovuto chiedere le dimissioni della Paron, lo avrei fatto dieci anni fa quando era sindaco a Vigarano e c’erano problemi con una discarica. Ma come grillino della prima ora e rappresentante del ‘movimento del vaffa’ non me la sento di stigmatizzare un gesto che, per quanto forte, serve anche a portare dibattito nella città. Non condanno il gesto della Paron, così come non condanno quello di Lodi dell’anno scorso”.
I banchi della giunta al momento della discussione sul caso Paron
Tra le file di Pd e Gente a Modo, Deanna Marescotti, Dario Maresca e Aldo Modonesi nel difendere Paron non risparmiano invece le critiche a Lodi, assente dalla discussione insieme a tutta la giunta. Un paradosso che viene sollevato in particolare da Modonesi, che chiede al presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri di interrompere la seduta: “Si parla di rispetto per gli elettori e poi non c’è neanche un membro della giunta ad ascoltare la discussione: non si può discutere in questo modo”. Il presidente del consiglio manda quindi a chiamare un membro dell’amministrazione, che nel giro di qualche minuto riprende il posto al banco: è l’assessore ai servizi scolastici Dorota Kusiak, che durante la successiva discussione fa presenza in sala ma senza partecipare attivamente. E l’esito finale, del resto, è piuttosto scontato: a favore tutta la maggioranza, a sfavore tutta l’opposizione. “Dovremmo evitare questi dibattiti assurdi – è la considerazione finale di Modonesi – che al limite andrebbero fatti coi diretti interessati”.
È l’epilogo di un consiglio comunale che per il resto scorre senza particolari frizioni e che vede l’approvazione della proposta della giunta di ridurre del 60% i canoni di asili e scuole di infanzia per redditi fino a 48mila euro (anche coi voti dell’opposizione) proposta da Kusiak e della nuova proroga al contratto per il trasporto pubblico proposta da Lodi. Qualche polemica invece per l’approvazione della variazione di bilancio triennale, che di fatto ‘ufficializza’ la rinuncia al progetto di una biblioteca alle corti di Medoro per far posto a un ampliamento della sede dei vigili urbani.
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