Politica
12 Novembre 2019
Lega, FdI e Forza Italia danno l'ok alla cittadinanza onoraria ma bocciano il documento dell'opposizione, che chiedeva un impegno a 360 gradi contro l'intolleranza

Il Consiglio vota all’unanimità la cittadinanza a Liliana Segre, poi si spacca

di Ruggero Veronese | 3 min

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“La solidarietà a Liliana Segre non ha colore politico”: parola del sindaco Alan Fabbri, che legge al consiglio comunale l’ordine del giorno con cui la maggioranza propone di assegnare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita. Un impegno a superare le divisioni che tuttavia dura appena una manciata di minuti: perché mentre l’opposizione  approva compatta il documento della maggioranza, che passa all’unanimità, la scena non si ripete quando il centrodestra ha l’occasione di ‘restituire il favore’ votando l’ordine del giorno “a sostegno e solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre”, che viene sonoramente bocciato.

“Un’occasione persa per mostrare un po’ di coerenza e andare oltre le divisioni”, commentano i consiglieri dai banchi del Pd, che aveva proposto l’ordine del giorno assieme ad Azione Civica e Gente a Modo, incassando il voto favorevole anche del Movimento 5 Stelle. Mentre i consiglieri di maggioranza minimizzano la questione: per Francesco Traspadano di Ferrara Cambia “la nostra proposta di cittadinanza supera il contenuto dell’ordine del giorno dell’opposizione e non rischia di strumentalizzare il tema”.

Ma che differenze c’erano tra i due documenti? Sostanzialmente, quello della maggioranza aveva un obiettivo ambizioso ma focalizzato unicamente su Segre (la cittadinanza onoraria), mentre quello del centrosinistra pur non tirando in ballo la cittadinanza puntava ad ampliare l’orizzonte oltre al singolo caso della senatrice, chiedendo “piena condivisione sulla necessità di contrastare i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, in tutte le forme e i modi possibili”.

Questioni che secondo i gruppi di opposizione non possono slegarsi al tema degli insulti e minacce a Liliana Segre, diventata bersaglio di minacce e della ‘carneficina’ dei social e che proprio per questo ha proposto in Parlamento la formazione di una Commissione di indagine per il contrasto proprio ai “fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, ma senza ricevere il supporto di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Questo forse il vero motivo per cui i consiglieri comunali di maggioranza a Ferrara, per non entrare in rotta di collisione frontale con la linea politica nazionale dei propri partiti, hanno optato per la bocciatura del testo dell’opposizione.

Una distanza di vedute che del resto è emersa anche durante il confronto in consiglio comunale, con il sindaco Fabbri ad affermare che “la storia deve essere contestualizzata e non strumentalizzata: conosciamo bene la tragedia della Shoah, e non deve essere tirata in ballo a sproposito come fece anni fa l’allora sindaco Tagliani, che la paragonò alle migrazioni dei profughi di oggi”.

Un’interpretazione decisamente sbagliata per Modonesi, che vede la senatrice Segre vicina ai concetti espressi da Tagliani nell’agosto 2015: “Oggi chi si eccita di fronte all’affondamento di navi o alla chiusura di porti sono le persone intolleranti e razziste, ed è il motivo per cui è necessario istituire la commissione Segre. Non si possono vedere distinzioni: Tagliani ha detto le stesse cose che dice la senatrice”. Nel dubbio, forse è il caso che la senatrice Segre, sempre che accetti una cittadinanza onoraria così politicamente sofferta, chiarisca il proprio pensiero ai diretti interessati.

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