Politica
5 Novembre 2019
I sindacati chiedono garanzie per il sistema bibliotecaria, in mezzo ai dubbi tra lo stop al progetto all'ex Palaspecchi e i pensionamenti del personale nel 2020

Un appello alla città per salvare le biblioteche: “A rischio non solo i lavoratori, ma un servizio pubblico”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Da sinistra: Francesco Bertelli, Leonardo Uba, Natale Vitali, Corrado Oddi

Rimane appeso a mille incognite il futuro del sistema bibliotecario ferrarese, che oltre a dover fare i conti con lo stop al progetto per una biblioteca nella zona sud della città deve anche far fronte alle questioni legate ai pensionamenti nel 2020 di parte del personale, che potrebbero non essere compensati da nuove assunzioni. Una situazione di incertezza che si potrebbe prolungare ancora per un paio di settimane, fino a quando a metà novembre l’amministrazione presenterà il Dup (Documento Unico di Programmazione), che darà le principali indicazioni sulle scelte politiche della giunta in programma per il prossimo anno.

Incognite che secondo i dipendenti delle biblioteche e i sindacati rischiano di far da preludio al peggiore degli scenari: un taglio ai servizi delle biblioteche, che nel 2020 perderanno per via dei pensionamenti una quindicina dei circa 50 dipendenti totali, senza alcun nuovo piano di assunzioni in programma. Il tutto in un momento in cui, spiega Natale Vitali della Fp-Cgil, “la presenza di nuovi poli bibliotecari a Ferrara dovrebbe essere considerata una priorità, sia per l’aumento degli studenti in città e per le necessità che portano, sia per quanto riguarda il discorso sulla sicurezza, che non è in contrasto con la cultura perché dove ci sono luoghi di aggregazione c’è anche meno criminalità”. Una considerazione da cui traspare la distanza che separa i sindacati dal vicesindaco Nicola Lodi, che ha bocciato il progetto di una nuova biblioteca all’ex Palaspecchi destinando quegli spazi alla palestra per la polizia municipale.

Per questi motivi i sindacati per la funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di far partire una raccolta firme aperta a tutta la cittadinanza per chiedere una serie di garanzie per le biblioteche ferraresi, racchiuse in tre punti: sostituire tutti i lavoratori che andranno in pensione attraverso nuove assunzioni, creare un polo bibliotecario nella zona sud della città e dare alle varie biblioteche degli ‘orientamenti’ che consentano di diversificare le loro attività. “Le raccolte di firme sono uno strumento insolito per i sindacati – spiega Corrado Oddi -, ma se lo abbiamo scelto è perché parliamo di una situazione che non mette a rischio solo una categoria di lavoratori, ma un servizio pubblico che interessa tutta la città”.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di spingere l’amministrazione comunale a prendere impegni scritti sul sistema bibliotecario già a partire dal testo del Dup, che verrà presentato nel giro di due settimane: infatti se nel documento di programmazione non emergerà la volontà politica di investire sul tema, difficilmente nel bilancio di previsione che verrà varato un mese e mezzo dopo (al termine dell’anno) saranno presenti stanziamenti economici a tal riguardo. “È per questo – afferma Vitali – che è una mobilitazione importante da fare in questo momento e bisogna far sentire alla giunta cosa ne pensa la città: perché questo è il momento in cui si compiono le scelte per il prossimo anno”.

Leonardo Uba della Uil Fpl sottolinea il valore del sistema bibliotecario in rapporto alla vita degli studenti universitari: “Con l’aumento delle matricole, molti hanno trovato casa in via Bologna e in tutta la zona sud della città, dove però non sono presenti biblioteche, che rappresentano un po’ l’appartamento diurno degli universitari. Quindi non parliamo solo di un’esigenza della cittadinanza, ma di un servizio fondamentale per una città universitaria”. Concetti sottoscritti anche da Francesco Bertelli della Cisl-Fp, secondo cui “nell’area sud di Ferrara vivono quasi 30mila persone e non è servita da alcuna biblioteca. La Rodari (in viale Krasnodar, ndr) ha avuto una funzione importante per il quartiere, ma non ha le caratteristiche per poter diventare un polo bibliotecario, visto che è ospitata dentro una scuola e si trova di fatto in un corridoio. Noi crediamo che la nuova amministrazione potrebbe fare di una biblioteca nella zona sud il proprio fiore all’occhiello, dimostrando di essere davvero attenta alle esigenze di chi non vive in centro”.

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