Copparo
26 Ottobre 2019
La donna condannata per l'omicidio del compagno Mirko Barioni verrà assunta come Oss da una casa di riposo. L'avvocato Anselmo: “Un passo importante, è questo il modo di concepire la pena”

Un lavoro per Lara Mazzoni

di Daniele Oppo | 3 min

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Da destra: Fabio Anselmo, Giuseppe De Vittorio e Rita Gavioli

Copparo. “Per noi è un passo estremamente importante ed è questo il modo di concepire la pena, non quello di buttare via le chiavi”. Lara Mazzoni, 45 anni, condannata in appello a 12 anni di reclusione per aver ucciso il compagno Mirko Barioni colpendolo con un coltello, ha ottenuto non solo un allentamento della misura coercitiva, ma anche la facoltà di andare a Migliarino, dove una casa di riposo le ha offerto un posto di lavoro.

Ad assumerla, inizialmente con un contratto di un mese, rinnovabile per un periodo più lungo, sarà la struttura Villa Geras, gestita da Giuseppe De Vittorio, giovane di 26 anni originario di Gallipoli, diplomato a Ferrara e con le idee chiare: Oss dal 2012 dopo aver assistito il nonno nei suoi ultimi passi, imprenditore del settore dal 2016 per cambiare ciò che trova scorretto nell’assistenza alle persone, al punto che la sua casa di riposo è stata “Impresa di valore” nel 2019 e per due anni finalista territoriale del premio “Cambiamenti” di Cna: “Ho voluto provare a fare qualcosa di mio, puntando sul benessere vero: abbiamo abolito lo standard uguale per tutti a favore dell’assistenza personalizzata, abbiamo da poco introdotto anche la sezione video-chiamate tra ospiti e parenti, per far sentire meno il distacco”. Al momento la struttura di Migliarino ospita 17 persone e occupa 12 dipendenti.

Tredici a breve, quando entrerà anche Lara Mazzoni – che è una Oss – grazie a un progetto di inserimento aziendale pensato con lo studio legale di Fabio Anselmo, che insieme alla collega Rita Gavioli assiste la donna. “Molti fanno l’Oss perché si trova lavoro – spiega De Vittorio – e non per motivazione personale. Abbiamo deciso di introdurre qualcuno che ha una motivazione forte per riscattarsi dal suo passato e di cui si hanno buone referenze lavorative”.

“Siamo molto contenti sia come difensori che umanamente – afferma l’avvocato Gavioli -. La pena non può solo essere punitiva. Siamo molto grati per questa opportunità che le è stata data”.

Come anticipato, la Corte d’Assise d’Appello di Bologna, considerando la “buon attitudine e rispetto delle prescrizioni impartitele” e della “capacità di autocontrollo” mostrate durante i permessi ricevuti (per assistere la nonna e per aiutare in parrocchia), ha deciso di allentare le misure coercitive nei confronti di Mazzoni, che non è più ai domiciliari ma può uscire di casa – rimanendo però nel comune di Copparo, dove ha l’obbligo di dimora – tranne che in orario notturno (dalle 22 alle 6 del mattino). Una volta formalizzato il contratto avrà la facoltà di spostarsi per recarsi a Villa Geras per svolgere i suoi turni di lavoro.

Nel frattempo la vicenda processuale non è ancora conclusa. La difesa ha infatti presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, ma non è ancora stata fissata l’udienza.

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