Attualità
24 Ottobre 2019
Il Sap presenta il libro all'hotel Orologio. Sita: "Nessuno è pronto a sostenerci". Caprini: "Aldrovandi? Brutto chiamarlo incidente"

Dalle fondine rotte alle aggressioni, le testimonianze degli “sbirri maledetti eroi”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale

Il titolo è forte, i contenuti pure. “Sbirri, maledetti eroi” raccoglie le “storie di coraggio” delle forze dell’ordine, “vittime quotidianamente di aggressioni verbali e fisiche sempre più frequenti“. Un allarme raccolto dal Sap di Ferrara che presenta il libro di inchiesta, “non politicizzato e non autoreferenziale”, venerdì 25 ottobre alle 18 all’hotel Orologio in via Darsena.

Un’opera scritta a quattro mani dall’imprenditore svizzero e presidente dell’associazione Amici delle Forze di Polizia Svizzere Stefano Piazza e dalla giornalista Federica Bosco “che va letta perché mette insieme le testimonianze dirette dei colleghi di tutta Europa che, come noi, subiscono un’aggressività che non riusciamo a contenere” spiega Luca Caprini in veste di poliziotto, segretario aggiunto del Sindacato Autonomo di Polizia e consigliere comunale in quota Lega.

Dieci racconti per entrare in un mondo che “solamente se ci sei dentro riesci a immaginare quello che facciamo tutti i giorni, situazioni difficili che inevitabilmente ci portiamo a casa” rivela il segretario provinciale Luca Sita che trova “azzeccatissimo” il titolo perché “tutti vorrebbero che facessimo gli eroi ma nessuno è pronto a sostenerci“.

Sostegni che sembrano mancare dalla popolazione – “si sta perdendo la figura del poliziotto” constata Sita – e dallo stesso Stato. L’ultimo caso eclatante è quello di Trieste. “Avevamo già segnalato le fondine rotte ma non si sono attivati fino alla tragedia” dichiarano i due rappresentanti del Sap, assicurando che “a Ferrara fortunatamente abbiamo i ricambi ma in altre città non si riescono a sostituire e i tempi sono lunghi per un nuovo appalto”.

Il supporto di aggancio al cinturone che si spezza è solo “l’apice dei problemi delle divise, l’unica cosa che non manca sono i gradi costati 3,5 milioni che si potevano spendere in altra maniera”. E ora “è giusto abbassare i toni, anche in politica, e mettere in risalto le problematiche che vengono affrontate dai poliziotti italiani, svizzeri, tedeschi, francesi, inglesi, belgi, sloveni…”.

In città ne parleranno Gianni Tonelli, parlamentare leghista e primo segretario del Sap estense, e Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, che “sta facendo una campagna geniale – aggiunge Caprini -: tutti i giorni pubblica un’aggressione subita dalle forze di polizia per testimoniare il duro lavoro svolto in prima linea. Non si può esimere da avere una telecamera, per forza di cose, che sia di testimonianza delle aggressioni. A fine anno, quando avremo i resoconti, andremo da chi di dovere”.

Una bodycam che sarebbe stata provvidenziale nel caso Aldrovandi. “È brutto chiamarlo incidente ma non c’è bisogno di polemica, è una storia da non dimenticare dal punto di vista operativo ma non se ne parla nel libro e non ne parleremo all’incontro” taglia corto Caprini, mettendosi dalla parte dei “10-12mila indagati per cose varie che devono pagarsi l’assicurazione legale, l’amministrazione subentra per il risarcimento solo dopo l’assoluzione”.

È il caso di “un agente che ha cercato di salvare una ragazza suicida dentro una cella di sicurezza, ma è stato indagato per 7 anni e al momento dell’assoluzione si è visto un indennizzo di 5mila euro rispetto ai 13mila euro pagati”. Il libro, con la prefazione di Matteo Salvini allora ministro dell’Interno e postfazione di Vittorio Feltri “che col suo solito sarcasmo lascia una speranza”, contiene anche l’intervista a una poliziotta francese che “ha creato un’associazione contro i suicidi delle forze dell’ordine in Francia ma è stata messa da parte ed è rimasta vittima dello stesso sistema, arrivando anche lei al suicidio”.

L’incontro di venerdì all’hotel Orologio, che si sarebbe dovuto tenere nella sala Arengo del municipio ma è stato spostato perché si temeva un nuovo sit-in del Coisp, è aperto alla cittadinanza “per riguadagnare un senso di civiltà e rispetto nelle istituzioni” ma il consigliere leghista invita personalmente i colleghi dell’opposizione Modonesi e Baraldi, “persone che possono avere idee diverse ma possono conoscere questo mondo, grandissimo e variegato, senza campanilismi perché tutte le forze dell’ordine affrontano gli stessi problemi”.

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