Attualità
23 Ottobre 2019
Per la Camera Penale l'introduzione della legge 'Spazzacorrotti' lederà i diritti individuali, ma Maggioni sposta il focus sulla difesa degli interessi della collettività

Avvocati ferraresi in sciopero contro la riforma della prescrizione, ma dal pm si alza una voce fuori dal coro

di Ruggero Veronese | 4 min

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Da sinistra: Morelli, Costi, Longobucco, Maggioni

Da un lato l’attenzione per i diritti individuali e per i limiti all’autorità dello Stato, dall’altro quella per il patto sociale su cui si fonda la convivenza e i per suoi obiettivi finali. Potremmo sintetizzare così il dibattito organizzato dalla Camera Penale di Ferrara per discutere della modifica alla prescrizione approvata nella legge ‘Spazzacorrotti’, che sta sollevando proteste in tutta Italia. Anche gli avvocati della Camera Penale ferrarese hanno infatti aderito all’astensione da tutte le udienze dal 21 al 25 ottobre proclamata dall’Unione delle Camere Penali, organizzando per l’occasione un incontro tra gli avvocati ferraresi per presentare il motivo della protesta.

Un incontro in cui tuttavia emerge anche una voce fuori dal coro: quella del pubblico ministero Andrea Maggioni, al tavolo dei relatori al fianco del presidente della Camera Penale ferrarese Pasquale Longobucco, dell’avvocato Alessandra Palma e del docente di diritto penale Francesco Morelli. Mentre il giudizio degli avvocati sulla riforma approvata nel dicembre scorso rimane negativo e tranciante, il magistrato pur confermandone diverse imperfezioni difende il senso della norma voluta dalla ex maggioranza M5S – Lega.

Ma di che modifica parliamo esattamente? La legge ‘Spazzacorrotti’ ha introdotto la “sospensione alla prescrizione” dopo le sentenze di primo grado. Questo significa che dopo un’eventuale condanna in primo grado, il reato in questione non potrà più ‘estinguersi’ dopo un certo lasso di tempo. L’obiettivo dichiarato della riforma è impedire che la prescrizione possa essere usata come una sorta di ‘scappatoia’ dai processi, grazie alla quale un colpevole può sottrarsi alle proprie responsabilità allungando a sufficienza i tempi tecnici dei ricorsi in Appello e in Cassazione. Ma per gli avvocati della Camera Penale l’entrata in vigore della legge ‘Spezzacorrotti’ andrà anche a ledere diritti individuali, come quello a un “giusto processo” sancito dall’articolo 111 della Costituzione.

È in questo contesto che si sviluppa il dibattito a Palazzo Crema che vede contrapporsi il pm Maggioni agli avvocati Longobucco e Costa e al professor Morelli. Questi ultimi difendono la prescrizione sia per ragioni storiche che con riflessioni di carattere generale. Palma fa infatti notare che la prescrizione è “un istituto presente in gran parte degli ordinamenti” fin dal tardo XVIII secolo, ad eccezione “dei periodi dei totalitarismi. E già questo dovrebbe accendere un campanello d’allarme”. E una sua abolizione significherebbe “far ricadere sui cittadini le inefficienze dello Stato, che visto che non riesce a finire i processi in tempo modifica le proprie regole e si allunga i tempi”.

Concetti sottolineati anche da Longobucco, secondo cui la ‘Spezzacorrotti’ potrebbe scontrarsi con l’articolo 111 della Costituzione secondo cui “la legge assicura una ragionevole durata” dei processi. E per il presidente della Camera Penale l’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio “cancella la possibilità di programmare il proprio futuro” per quanto riguarda gli imputati e non andrebbe nemmeno a vantaggio della collettività, dal momento che “dopo 30 o 40 anni non c’è più alcun interesse generale a punire una persona ormai completamente diversa”.

A ribaltare la prospettiva è il pm Maggioni, che pur concordando sul fatto che la modifica alla prescrizione “andrebbe accompagnata da una riforma organica di tutto il sistema” e che “la legge è un chiaro spot elettorale del Movimento 5 Stelle”, vede positivamente la modifica alla prescrizione. Il magistrato sposta il focus del discorso dai diritti individuali alla difesa della collettività e del patto sociale, “su cui si poggia la Costituzione stessa”. Secondo Maggioni infatti nelle questioni penali “lo Stato serve alla collettività nella misura in cui è in grado di intervenire di fronte ai reati ed eventualmente esercitare una potestà punitiva, andando a individuare le responsabilità”. Da questo punto di vista secondo il pm l’uso della prescrizione in Italia si è trasformato nel corso del tempo “da farmaco ad agente patogeno”, dal momento che impone allo Stato di rinunciare ad accertare le responsabilità dei cittadini dopo un certo lasso di tempo dai fatti, minando la credibilità e il senso ultimo delle istituzioni.

Punti di vista legittimi anche se per certi versi contrapposti, che si sviluppano nel corso di un dibattito molto tecnico e di fronte a una platea di soli professionisti del settore. Anche se molto cordiale, la contrapposizione tra il pm e gli avvocati ferraresi potrebbe far riflettere sulle diverse prospettive da cui può essere osservato il non banale tema della prescrizione. Una questione che meriterebbe forse lo stesso approfondimento anche di fronte a un pubblico meno competente sulle questioni giuridiche, che si trova fin troppo spesso a dover interpretare questo tipo di riforme da un punto di vista meramente politico.

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