Politica
13 Ottobre 2019
Il diplomatico tra il disappunto per la scarsa partecipazione alla festa e la fiducia nel futuro: "Se siamo determinati, questo è un inizio". Lodi: "Dovete aiutarci a coinvolgere tutti"

L’ambasciatore ‘striglia’ la comunità nigeriana: “Dobbiamo partecipare di più per integrarci a Ferrara”

di Ruggero Veronese | 4 min

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“Sono sorpreso di vedere che oggi siamo in un numero poco significativo, ma se quelli che sono qui sono davvero determinati può essere un nuovo inizio”: l’ambasciatore Yusuf Jonga Hinna tira le orecchie alla comunità nigeriana ferrarese ma non si perde d’animo nel ribadire l’obiettivo di favorire l’integrazione e la lotta all’illegalità. Alla festa, organizzata dalla comunità nigeriana nei giardini del Grattacielo per il 59° anniversario dell’indipendenza del paese natale, le presenze non raggiungono il centinaio nemmeno nel momento di massimo affollamento e il dato balza subito all’occhio anche al diplomatico, al suo ultimo giorno di visita a Ferrara dopo gli incontri con l’amministrazione in municipio. Ma chi è presente vede anche il bicchiere mezzo pieno: per un pomeriggio il parco si è animato con musica, discorsi e balli tra persone di tutte le età, compresi diversi italiani, e il vicesindaco Nicola Lodi si è detto disponibile a organizzare e partecipare a nuove attività con la comunità nigeriana per favorire il “nuovo inizio” auspicato dall’ambasciatore.

In attesa di quel che riserverà il futuro, di certo l’intervento dell’ambasciatore ha creato qualche sorpresa con la sua piccola ‘lavata di capo’ ai connazionali per il numero esiguo, lasciando subito capire che l’biettivo di Hinna è stimolare il senso di responsabilità e partecipazione nei propri connazionali. “In questa città siamo 800, 1.300 in tutta la provincia, e se anche solo il 10% di noi fosse qui saremmo stati di più. Molti di noi dovrebbero essere qui perché la nostra presenza in questo momento dimostrerebbe che siamo determinati nel nostro desiderio di integrarci in questo paese. Dovete spiegare questo messaggio a tutti quelli che vi sono vicini e che conoscete e ricordare che dobbiamo raggiungere insieme questo obiettivo. Ai rappresentanti della nostra comunità chiedo di guardare internamente per capire le cause dei problemi e le soluzioni pratiche”. Un richiamo alla responsabilità che lascia poi spazio ai motivi di orgoglio per la propria comunità e di legame con l’Italia, che ha una forte rappresentanza anche a Lagos a testimonianza, secondo l’ambasciatore, della capacità e volontà di coesistere dei due popoli.

Parole che trovano il completo appoggio del vicesindaco Nicola Lodi (inizialmente presentato come ‘sindaco’ e che tale resterà per tutta la festa), in un incontro politico e istituzionale su cui forse pochi qualche qualche anno fa avrebbero scommesso: “Vedo tra voi anche persone che in passato hanno contrastato le nostre attività – riconosce il vicesindaco – ma quello che volevamo e vogliamo è integrare la comunità nigeriana, anche se questo comporta dell’impegno da parte di tutti. Sono realista e so che oggi non vedo tutta la comunità nigeriana, che dovrebbe essere qui a stringere la mano all’ambasciatore che sta girando per l’Italia per favorire l’integrazione. È un messaggio importante e tutti dobbiamo iniziare a riconoscere la comunità nigeriana come buona e desiderosa di integrarsi, ma senza dimenticare che c’è anche chi non lo vuole affatto. Noi siamo qui per aiutare tutta la comunità nigeriana che vuole mettersi in gioco e aiutarci a risolvere i problemi e a riportare la legalità. Dovete aiutarci a coinvolgere tutti i cittadini nigeriani e dire di non aver più paura, perchè so che tanti di loro hanno anche paura a denunciare e segnalare le situazioni sbagliate o di illegalità”.

Tra un discorso e l’altro si alternano danze etniche e musica, con un gruppo di bambini a intonare sia l’inno italiano che quello nigeriano. Un residente nigeriano del Grattacielo parla positivamente dell’iniziativa: “Non siamo molti, ma è la prima volta che ci troviamo qui per una festa ed è bello che ci siano anche degli italiani e il sindaco (vicesindaco, ndr). La prossima volta sono sicuro che verrà più gente, vedrete”. All’evento sono presenti insieme alla portavoce della comunità ferrarese Evelyn Aghom  anche tre rappresentanti di quella di Genova, Benson Leke, Bernard Henriso e Ajoh Eyitemi, che parlano di come favorire anche a Ferrara una serie di percorsi di integrazione che nel capoluogo ligure stanno dando buoni frutti: “A Genova la nostra comunità si è impegnata tantissimo per organizzare corsi di italiano e farli frequentare a tutti, perchè finchè la lingua ci separa non potremo mai vivere insieme e rispettarci davvero. Se più gente parla italiano, allora ci sarà più gente che trova lavoro e i criminali resteranno isolati. Alle istituzioni italiane chiediamo che favoriscano corsi di formazione professionale per chi è nelle nostre comunità, per far imparare dei mestieri e dare fiducia a chi ancora non ha un lavoro. Anche gli albanesi che arrivavano negli anni ‘9o facevano i muratori, e oggi alcuni di loro hanno le imprese edili. Anche noi nigeriani vogliamo metterci in gioco, ma dovete aiutarci ad avere gli strumenti per farcela”.

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