Tutti e sei sono stati assolti dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ma in due sono stati condannati per interruzione di pubblico servizio. Finisce così il processo a carico di alcuni tifosi della Spal, alla sbarra davanti al tribunale di Bologna per gli scontri avvenuti con i tifosi del Rimini il 10 ottobre 2015, in mezzo alla carreggiata dell’autostrada A1, nelle vicinanze dell’uscita per Casalecchio.
Gli scontri avvennero mentre i tifosi biancoazzurri tornavano dalla trasferta a Prato, quando incrociarono i riminesi e iniziò un poco amichevole lancio di oggetti. A un certo punto tre pullman dei ferraresi si fermarono in mezzo alla carreggiata, attendendo l’arrivo degli avversari ed è da qui che nasce l’accusa di interruzione di pubblico servizio. La polizia intervenne, riuscendo a evitare che le cose degenerassero in situazioni ancora più gravi.
I sei tifosi spallini – tutti difesi dagli avvocati Andrea Ferrari del Foro di Ferrara e Giovanni Adami del Foro di Udine -, secondo la tesi accusatoria, opposero resistenza attiva nei confronti della Polizia, con minacce e spintoni e colpendo gli agenti con tubi di gomma e cinture.
Tre di essi vennero identificati come i guidatori dei mezzi sulla base del contratto di noleggio. I difensori sono riusciti a dimostrare che, almeno in un caso, il nominativo presente nel contratto non corrispondeva affatto alla persona che quel giorno era alla guida, mentre negli altri due casi il giudice ha evidentemente ritenuto non sufficienti le prove a discolpa, riconoscendo i due imputati responsabili per l’interruzione di pubblico servizio e condannandoli alla pena (sospesa) di un mese e dieci giorni di reclusione.
Tutti e sei furono destinatari di Daspo pluriennali, in alcuni casi anche con obbligo di firma.
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