Attualità
5 Ottobre 2019
In piazzetta San Michele una cerimonia intima ma sentita con i compagni di viaggio del cantautore a cui è stata dedicata una targa

Quando Lucio Dalla tremò al pensiero di suonare ai Buskers

di Ruggero Veronese | 3 min

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Era il 22 agosto del 1989 quando Lucio Dalla si presentò in piazzetta San Michele, equipaggiato del suo fedele clarinetto, e regalò al Buskers Festival una performance destinata a restare impressa nella memoria. E non solo in quella dei ferraresi: fu infatti il primo artista italiano di fama nazionale ad avventurarsi per la strada e sfidare il giudizio dei passanti, una platea spesso ancora più esigente e difficile da soddisfare di quella che si può trovare sotto al palco dei grandi concerti. Aprendo così la strada a tanti grandi artisti anche internazionali, da Zucchero a Sting, che negli anni successivi un po’ per sfida e un po’ per diletto hanno provato a confrontarsi con la il pubblico della strada.

Tutto questo, del resto, già si sapeva. Quel che fino a oggi mancava agli appassionati del grande cantautore bolognese era il resto della storia. Perché pochi potevano immaginare che quel giorno Lucio Dalla si presentò nella centralissima – e piuttosto nascosta – piazzetta ferrarese con la stessa ansia di uno studente all’ultimo appello degli esami. Un uomo abituato a suonare e cantare senza sbagliare una nota davanti a migliaia di persone, a cui il 22 agosto dell’89 tremavano le mani al pensiero di doversi esibire di fronte a qualche passante.

“Mi disse che era molto imbarazzato perchè stava per fare una cosa che non aveva mai fatto prima in vita sua. Lo guardai stupito: se era preoccupato lui, figuratevi come stavo io”: a raccontare l’inedito aneddoto è il fondatore del Buskers Festival Stefano Bottoni, che venerdì pomeriggio ha inaugurato in piazzetta San Michele la targa dedicata a Lucio Dalla, insieme al sindaco Alan Fabbri, all’assessore alla cultura Marco Gulinelli e a diversi musicisti e compagni di viaggio del cantautore bolognese: a partire dal chitarrista Jimmy Villotti e dalla cantante Iskra Menarini, ma anche Stefano Fucili, Franz Campi, Andrea Poltronieri e Alessandro Russo.

Una cerimonia che al termine si conclude con un piccolo e improvvisato concerto, che vede Menarini commuoversi e commuovere buona parte del pubblico mentre canta Caruso dando uno sguardo al cielo nelle ultime note. Ma oltre alla malinconia la serata fa posto anche a battute, scherzi e aneddoti, come quello di Bottoni che ad un certo punto lascia la parola alla figlia Rebecca, che quel giorno era una bambina che osservava la scena dal sedile posteriore di un’automobile: “Non potevo capire cosa significasse il Festival, ma ricordo bene la tensione e la preoccupazione di Dalla. Ci chiedeva: ma si fermerà davvero qualcuno ad ascoltare? In quel momento ebbi la consapevolezza di quanto è difficile e coraggioso suonare per strada: chi lo fa si mette in gioco e così facendo sconfigge le sue paure. Dalla era un grande artista anche perchè ha sempre voluto affrontare le sue paure”.

Anche Fabbri racconta un aneddoto, che nel suo caso è quello di un incontro mancato: quando Dalla si recò a casa Fabbri per incontrare lo zio dell’attuale sindaco, il musicista e ristoratore Ezio ‘Napoleone’ Neri, ma senza trovare nessuno ad aprirgli la porta. Un episodio che il sindaco ricorda però con allegria e che “dimostra il grande legame che c’era tra Lucio Dalla e la sua terra, l’Emilia”. Mentre l’assessore Gulinelli guarda la targa e commenta: “Ora quando passeremo per questo punto, cittadini ferraresi e non solo, oltre a ripensare quella data speciale in cui Dalla suonò qui seduto, ci verranno in mente anche a questi ricordi e a questo momento”.

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