Attualità
3 Settembre 2019
Metà delle famiglie vivono ancora al campo ma da un mese i rifiuti non vengono più ritirati: i problemi igienico-sanitari che giustificavano l'ordinanza si sono addirittura aggravati

Il campo nomadi tra incertezza e immondizia: “Siamo ancora qui, ma ora i rischi sono reali”

di Ruggero Veronese | 4 min

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“Da quando hanno spostato le prime famiglie a Monestirolo non è più venuto nessuno a portare via i rifiuti. Sono stato in questo campo per più di 20 anni e non era mai successo, ora sì che qui i bambini rischiano di ammalarsi”: gli ultimi nomadi rimasti in via delle Bonifiche scuotono la testa osservando i cassonetti pieni e le montagnole di rifiuti che ormai da settimane hanno iniziato ad accumularsi sul vialetto di ingresso. “Siamo ancora in sei famiglie qui e non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione su quando e dove verremo trasferiti. Se hanno cambiato idea basta che ce lo dicano, ma nel frattempo chiediamo al Comune che faccia tornare il camion che veniva ogni tanto a prendere la spazzatura, non possiamo vivere in queste condizioni”.

E la situazione in effetti è piuttosto paradossale, se si considera che – almeno ufficialmente – il motivo dello sgombero del campo erano proprio le cattive condizioni a livello di sicurezza e igienico-sanitarie riportate nelle relazioni di Asl e vigili del fuoco, che avevano spinto il sindaco Fabbri a firmare l’atto con l’obiettivo di “prevenire danni alla loro incolumità fisica e per la loro salute e per salvaguardare la sicurezza pubblica”. Allo stato attuale però le condizioni igieniche del campo appaiono notevolmente peggiorate, dal momento che dopo l’ordinanza di sgombero è completamente cessato il servizio di raccolta rifiuti, anche se il campo è ancora abitato. E dalle montagne di rifiuti all’ingresso del campo si alza un fetore che di certo non può lasciare indifferenti.

A un mese dall’emanazione dell’ordinanza, la situazione reale è insomma ancora molto diversa da quanto previsto nell’atto, che prevedeva ad esempio di provvedere “immediatamente alla completa rimozione dei rifiuti, alla pulizia, disinfestazione e sanificazione dell’intera area comunale ed alla messa in sicurezza dei fabbricati dichiarandoli, in considerazione dello stato di conservazione e di degrado sotto il profilo strutturale, temporaneamente inagibili; il divieto di qualsiasi attività umana all’interno dell’area; di vietare qualunque fornitura o captazione di acqua per qualunque uso, fino al ripristino delle condizioni di normalità e di sicurezza”. Non solo infatti il campo è ancora abitato e le utenze sono tuttora attive, ma sul fronte della pulizia e sanificazione dell’area la situazione sembra essersi decisamente aggravata dopo l’intervento della giunta.

Al momento del nostro arrivo al campo è presente anche Paride, uno dei sinti che sono stati trasferiti a Monestirolo: è qui per continuare a smontare la casa di legno in cui abitava e spiega che non è vero, come è circolato negli ultimi giorni, che alcune famiglie sono tornate a vivere nel campo: “Facciamo avanti e indietro per venire a trovare i nostri amici, è normale visto che ci conosciamo tutti da 20 anni. E poi io sono qui perché devo smontare tutta la mia casa e darla a quelli della cooperativa, che la useranno in altro modo. Come sto a Monestirolo? A dire la verità male: ci hanno messo in un posto che è arredato come un appartamento, ma in realtà era un garage. Si stava meglio qui, ma non possiamo mica ribellarci. A me daranno anche 20 euro al giorno per la ‘nafta’, perché devo portare i bambini a scuola qui a Pontelagoscuro. Ogni giorno sono 40 minuti di auto e 20 euro di nafta: cosa volete che vi dica? Per me è uno spreco”.

Una coppia di coniugi ancora in attesa del trasferimento ci chiede di lanciare un appello per il ripristino del servizio di raccolta dei rifiuti: “Io un po’ le capisco le persone che hanno paura dei nomadi – afferma il marito -, perché c’è anche gente che vive nei campi e che fa cose sbagliate. Sono nati poveri e conoscono solo certi modi per vivere, da quando sono piccoli. Non gli vogliamo difendere, ma in questo campo ci sono anche dei bambini e da un mese nessuno viene più a prendere la spazzatura, non vogliamo che i nostri figli si ammalino. Cosa penso dello sgombero? Che se proprio volevano farlo, potevano prendersi sei mesi, o dieci, e fare le cose per bene invece di correre. Così invece prima hanno fatto tutti gli annunci, e poi sono spariti”.

L’interpellanza del Pd. Il caso è arrivato anche ai banchi del Partito Democratico, con il consigliere Francesco Colaiacovo che ha scritto un’interpellanza al sindaco ricordando che gli assessori Lodi e Coletti “avevano dato ampie rassicurazioni, pur senza dettagliarne i termini, circa il piano messo in atto per il trasferimento delle famiglie allora residenti nel campo” e vista anche la situazione igienica sempre più insalubre del campo chiede “un aggiornamento sulle operazioni di trasferimento delle famiglie attualmente residenti nel campo di via Delle Bonifiche” e di “conoscere le ragioni per cui non viene più effettuato il ritiro dei rifiuti urbani, prodotti dalle famiglie ancora residenti nel campo di via Delle Bonifiche”.

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