Politica
8 Agosto 2019
Cgil, Cisl e Uil commentano positivamente la delibera regionale, ma è allarme sui Decreti Sicurezza: "A rischio 18mila posti di lavoro"

Dalla Regione 25 milioni alle scuole per l’infanzia. I sindacati: “Ora tocca ai Comuni”

di Ruggero Veronese | 3 min

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La Regione ha fatto la sua parte, ora tocca ai Comuni dimostrare il proprio impegno nel sostenere le politiche per il welfare. È questo il messaggio lanciato dai tre principali sindacati per la funzione pubblica (Cgil – Fp, Cisl – Fp e Uil – Fpl), che non nascondono il proprio entusiasmo per gli investimenti in politiche sociali avviati dalla Regione Emilia-Romagna dopo l’ultimo assestamento di bilancio. “Finalmente abbiamo l’occasione di parlare di qualche dato positivo – esordisce il segretario della Cgil di Ferrara Cristiano Zagatti -, perchè mentre assistiamo alle politiche di un governo che in legge di bilancio cancella il contributo alle famiglie con bambini da 0 a 3 anni, fortunatamente abbiamo la fortuna di vivere in un una regione che dà la giusta attenzione alla prima infanzia”.

Il 29 luglio la giunta regionale ha infatti approvato una delibera che destina circa 25 milioni di euro nel prossimo triennio per l’abbattimento delle rette delle scuole per la prima infanzia. Lo scopo è esentare da ogni spesa le famiglie con un Ise inferiore a 26mila euro e sarà disponibile nei Comuni che ne faranno richiesta entro il 16 settembre. Una novità accolta con estremo favore dai sindacati, che ora però chiedono anche ai Comuni di dimostrare il proprio impegno sul tema. Non solo intercettando i fondi regionali, ma stanziando anch’essi somme analoghe per estendere l’esenzione dalle rette anche a fasce di reddito superiori. “Chiederemo a tutti i Comuni di coprire con un importo pari al finanziamento regionale l’investimento della Regione sul territorio”, afferma Zagatti.

La scelta della Regione del resto ripercorre le richieste avanzate in maniera unitaria dai sindacati già nel luglio 2017, quando proposero agli enti pubblici la propri ‘piattaforma’ per gli investimenti nelle politiche sociali. “Questa delibera ci mostra che i sindacati ferraresi – afferma la segretaria Cisl Bruna Barberis – hanno colto nel segno quando si parlava di investire maggiori risorse nel welfare. E il tema dei contributi ale famiglie con figli piccoli è particolarmente importante in un territorio che soffre una bassa natalità e un tasso di invecchiamento tra i più alti d’Italia”.

Ma c’è anche un altro nodo che accompagna gli investimenti nei servizi per l’infanzia: l’assunzione di nuovo personale, necessario con l’aumento delle iscrizioni. “Questa delibera, oltre a dare una risposta a molti cittadini – afferma il segretario della Uil Fpl provinciale, Leonardo Uba -, mette in risalto l’esigenza di incrementare le assunzioni. Quindi dobbiamo guardare sia al lato che riguarda i servizi ai cittadini, sia alle conseguenze per i dipendenti del settore pubblico”.

Nonostante le buone notizie a livello regionale, i sindacati non nascondono però una certa preoccupazione per le conseguenze dei due ‘Decreti Sicurezza’ approvati dal parlamento, che potrebbero avere pesanti ricadute per il settore pubblico. Ed è proprio il tema del lavoro, al di là della distanza politica più o meno accentuata tra sindacati e governo, a fare alzare l’allarme: “Abbiamo un’idea di integrazione piuttosto distante da quella che sta praticando il governo – afferma Zagatti -, ma capiamo che in questo momento l’opinione generale è in linea con quella dell’esecutivo. Ma il problema è che questo decreto ha ricadute sul piano occupazionale allarmanti, con 18mila posti di lavoro a rischio. Credo sia un problema vedere un ministro del lavoro che non si accorge che in Italia si sta creando un licenziamento di massa di 18mila persone causato da un collega di governo, il ministro dell’Interno. Ma evidentemente si tratta di lavoratori di serie B”.
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