Caso Cidas. Lodi ricorre in Appello
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
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Intervento di Ilaria Baraldi, Portavoce della Conferenza Donne democratiche di Ferrara. "Andare a votare e votare 'si' ai 5 referendum un primo indispensabile passo per costruire un modello di società più giusto e equo"
Il Pd ha "appreso con stupore e rammarico che la Giunta, su indicazione della Commissione Toponomastica, ha disatteso quell’impegno avvallando la proposta di intitolare alla sola memoria dell’on. Preti lo spazio pubblico dell’ex autostazione, in via Rampari di San Paolo"
L’elemento storico e politico che distingue la violenza nazifascista dagli episodi violenti è l’imputabilità dei primi a una volontà diretta dei vertici nazifascisti di insanguinare, prima negli anni del regime e poi nella lenta ritirata, il nostro paese
Martedì pomeriggio i militanti di Gioventù Nazionale Ferrara si sono riuniti per rendere omaggio a Sergio Ramelli, giovane studente milanese brutalmente assassinato cinquant’anni fa
Scontenti i nomadi, scontenti gli abitanti di Monestirolo: l’operazione di sgombero del campo di via delle Bonifiche si sta rivelando una vera e propria crisi diplomatica per l’amministrazione ferrarese, che oltre a trovarsi di fronte alle (prevedibili) lamentele delle famiglie sinti che hanno dovuto accettare il trasferimento, deve fare i conti anche con il malcontento delle comunità individuate per le ricollocazioni.
L’assemblea a Monestirolo di sabato pomeriggio ha scoperchiato il vaso di Pandora e fatto emergere tutte le lamentele della popolazione della frazione, tra scarso preavviso (solo venerdì sera la destinazione dei nomadi nella frazione è stata di dominio pubblico) e aperte contraddizioni nella linea politica della Lega, che solo due anni fa nel ruolo dell’opposizione contestò in maniera molto dura la presenza di una decina di richiedenti asilo africani negli stessi alloggi dove ora sono destinate tre famiglie sinti, anche a causa delle condizioni precarie degli immobili.
Lunedì mattina il bar di Monestirolo è lo specchio dell’umore della popolazione: “Ci hanno fatto una testa così due anni fa per gli africani che fanno casino e non si vogliono integrare – afferma un cliente – e poi appena vincono le elezioni ci mettono gli zingari. Preoccupati? Noi no, perché di sicuro non si metteranno a fare problemi qua attorno, ma chi sta a qualche chilometro da qua un po’ lo è”. Parole che rivelano un timore diffuso e neanche troppo nascosto tra la popolazione: quello che lo stile di vita dei sinti possa dare il via a possibili fenomeni di criminalità, primi tra tutti i furti nelle abitazioni.
Timori che del resto, secondo gli stessi nomadi, sono stati alimentati in questi anni soprattutto dagli scontri politici. In via delle Bonifiche non sembra esserci alcuna rabbia o risentimento verso gli abitanti di Monestirolo e le loro ‘barricate’, ma al contrario un certo grado di comprensione: “Secondo me hanno ragione a lamentarsi, lo capisco – ci racconta uno dei sinti presenti al campo -: i politici hanno parlato male di noi per tutto questo tempo e adesso la gente giustamente vuole sapere chi siamo. Non si fida. Se fosse per me, vorrei che ci dicessero quanto dobbiamo dare per restare al campo e pagare le bollette, e continuerei a stare qua”.
Un suo amico si ferma per qualche minuto a parlare e dice la sua: “Volete che vi dica come la penso? Adesso si parla di mandarci tutti via dai campi, alcuni dicono di metterci nelle case, altri di fare le microaree. Poi cambiano i governi e rimane tutto così. È tutta politica”. Ma non gli piacerebbe – gli chiediamo – vivere in un appartamento o in una casa indipendente? L’uomo si mette a ridere e indica la propria roulotte: “La mia casa indipendente ce l’ho già, non vedete?”.
Nonostante qualche battuta per alleggerire la tensione, è difficile non notare nel campo una certa malinconia e la maggior parte degli abitanti sono assenti o chiusi nei propri alloggi: “Stamattina è andata via un’altra famiglia verso Monestirolo – racconta una donna -, ci siamo salutati tutti insieme, è difficile vedere andar via i tuoi amici dopo tanti anni in cui abbiamo vissuto qua”. A prescindere dai problemi del campo, è proprio la perdita di questa vicinanza umana l’elemento che i sinti sembrano soffrire maggiormente: “Per anni siamo stati come una grande famiglia: ci conosciamo, ci aiutiamo quando qualcuno ha bisogno o per tenergli i figli. È così che vorremmo vivere”.
L’ingresso di uno degli appartamenti destinati ai sinti a Monestirolo
A far da contraltare alla malinconia di via delle Bonifiche è la rabbia di Monestirolo: “Naomo è cugino di Salvini – è l’opinione di un avventore del bar -, la Lega fa così in tutta Italia: dice di risolvere i problemi, ma li sposta solo da una parte all’altra. Due anni fa hanno fatto la campagna contro i richiedenti asilo, una decina di ragazzi che lavoravano in campagna, alla sera andavano a giocare a calcio nel prato qua dietro e non hanno mai creato problemi. Ora ci mettono delle persone di cui non sappiamo neanche se lavorano e che, scusate se lo dico, non hanno una bella fama. Qua in paese sono tutti arrabbiati: ci può stare lo sgombero dei nomadi, ma potevano prendersi più tempo e fare le cose per bene, piuttosto. Così sembra una cosa fatta solo per poter dire che è stata fatta”.
I nomadi intanto in mattinata sono arrivati e dopo aver appoggiato i bagagli sono andati via con i propri mezzi. I due appartamenti dove sono state assegnate tre famiglie sono stati ricavati da negozi o garage al piano terra di una palazzina, sono grandi 60 metri quadri l’uno e ospiteranno sei o sette persone ognuno. A Monestirolo c’è anche chi se la prende con la proprietà dell’abitazione: “Non doveva darglieli in affitto, lo avevamo detto”. Accuse smentite però da altri compaesani, secondo cui alla proprietà stessa dell’immobile era stato annunciato l’arrivo di famiglie sfrattate dalle proprie abitazioni a Ferrara, e non di nomadi sgomberati da un campo.
Ma la domanda più pressante è per quale motivo la destinazione scelta per le famiglie sinti sia stata proprio Monstirolo, che dista circa 23 chilometri dal campo di via delle Bonifiche, con in mezzo la trafficata circonvallazione di Ferrara: “Da quello che ho letto – afferma una donna della frazione – ci saranno pure dei bambini che continueranno ad andare a scuola a Pontelagoscuro, con uno dei genitori pagato e spesato per accompagnarli tutti i giorni. Tutto perché il Comune li obbliga a trasferirsi qui. Ti pare logico?”. Se rivolgesse la stessa domanda in via delle Bonifiche, probabilmente avrebbe l’approvazione dei sinti: almeno nel malcontento, Monestirolo e il campo nomadi trovano diversi punti di contatto.
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