Attualità
26 Luglio 2019
I volontari incontrano i sinti: "Disponibili a sistemare l'area, ma spetta al Comune farsi carico del collocamento"

Campo nomadi, le associazioni non si piegano: “No allo sgombero frettoloso”

di Elisa Fornasini | 3 min

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“Il campo nomadi va mantenuto e sistemato fintanto che non ci saranno le condizioni per un’uscita decorosa”. Le associazioni locali che da anni si occupano della tutela dei sinti si sono riunite in un coordinamento e giovedì mattina hanno effettuato un sopralluogo in via delle Bonifiche per verificare la situazione e tentare di rassicurare gli abitanti su ciò che accadrà dopo l’ora X.

Il gruppo di coordinamento si dice “favorevole al superamento della logica del campo nomadi” ma “non si può sgomberare in fretta e furia solo per seguire le direttive dall’alto di Salvini” riferisce la portavoce delle associazioni, a dieci giorni dalla circolare inviata il 16 luglio dal ministro dell’Interno ai prefetti a cui chiede entro due settimane un censimento dei campi nomadi “per predisporre un piano di sgomberi” e “chiuderli tutti entro la fine del mandato”.

Il Comune di Ferrara non vuole farsi trovare impreparato e sfida le associazioni per trovare subito soluzioni di ospitalità. E loro non si piegano: “Noi ci siamo, siamo disponibili a collaborare, ma l’area di sosta è di proprietà del Comune e spetta al Comune farsi carico del collocamento o almeno individuare case e terreni disponibili – spiegano i volontari -. Quelli proposti finora non sono più a disposizione o necessitano di lunghi lavori di messa a norma”.

Il mondo dell’associazionismo chiede quindi una “assunzione di responsabilità” e di porre fine al “gioco dello scaricabarile” perché “non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo sostituirci all’ente pubblico che deve occuparsi della progettazione senza sbolognare una questione che non è di nostra competenza. Collaborare sì, ma alle giuste condizioni”.

Le “giuste condizioni” richiedono un “tempo consono” per una “uscita decorosa dei 39 residenti, tutti cittadini italiani” verso altri alloggi, magari con l’assegnazione di una casa popolare. “Ci vuole particolare attenzione per gli anziani, i disabili e per gli 11 minori che frequentano la scuola – 5 alle elementari, 4 alle medie e 2 alle superiori – perché sradicarli da un ambiente scolastico che conoscono e di cui si fidano, causerebbe l’interruzione del processo virtuoso di integrazione e di conseguenza il rischio di abbandono scolastico“.

E non sarebbe l’unico pericolo. Le associazioni hanno infatti chiesto un incontro col prefetto per affrontare “l’eventuale problema di ordine pubblico” derivato dall’ipotesi di “dividere donne e bambini dai papà, un’ipotesi che non è praticabile perché separare i dieci nuclei familiari e disperderli nel territorio vuol dire agitare le acque e rischiare disordini”. O almeno fomentare un “clima preoccupante, creando un polverone per niente”.

Tutti punti condivisi con gli stessi sinti che per “tamponare la situazione in attesa dell’uscita programmata” si dicono “disponibili a sistemare l’area, tinteggiare, tagliare l’erba, buttare il pattume…”. “Siamo disposti a venire incontro al Comune e a farci carico delle manutenzioni ordinarie, a titolo gratuito – ribadiscono i volontari durante il sopralluogo – ma il ricollocamento va fatto nei giusti tempi e nelle giuste modalità, non di fretta sulla base di una relazione Ausl che nessuno ha visto: chiediamo anche di visionare questo documento”. Una richiesta già avanzata dal centrosinistra e che è rimasta inascoltata.

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