Politica
9 Luglio 2019
Lodi posticipa al 2020, Pd: "Delibera irregolare che doveva passare prima in commissione". Fornasini punta alla "massima trasparenza" nelle partecipate. Caos nella nomina delle commissioni

Regolamento Ztl, scintille in consiglio sulla “sospensione illegittima”

di Elisa Fornasini | 5 min

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Ferrara ha cinque nuove commissioni consiliari, un indirizzo di “competenza e trasparenza” per la nomina dei rappresentanti del Comune nelle partecipate e un regolamento sospeso per l’accesso in Ztl. È quanto emerge dal secondo consiglio comunale, il primo in municipio dopo la seduta ‘sudario’ sotto al grattacielo, dell’amministrazione Fabbri che non perde tempo e convoca già una terza assemblea per il 29 luglio.

A scatenare le scintille tra maggioranza e opposizione, per la prima volta in sala consiliare a parti invertite dopo 74 anni, è la delibera del vicesindaco con delega alla mobilità Nicola Lodi che chiede la sospensione fino al 31 gennaio 2020 del nuovo regolamento per l’accesso e la circolazione dei veicoli nelle zone a traffico limitato e nelle aree pedonali che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° luglio.

“Ci prendiamo il tempo necessario per mettere a confronto i due regolamenti per valutarne l’impatto e procedere con eventuali modifiche su segnaletica e accesso delle auto elettriche – annuncia Naomo -: siamo abituati al confronto e non alle imposizioni dall’alto, è quindi nostro dovere ascoltare le associazioni di categoria e inaugurare la nuova normativa solo quando saranno tutti d’accordo”.

A non essere d’accordo è il Pd che, tramite Girolamo Calò, invita il presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri a ritirare la delibera con annesso emendamento presentato da Ciriaco Minichiello (Lega) – che specifica che nel periodo di sospensione resterà in vigore il regolamento Ztl approvato nel 2002 – perché “da regolamento del consiglio comunale – ricorda l’ex presidente Calò – la delibera deve andare prima in commissione e poi in consiglio, non capisco il perché tutta questa fretta quando è tenuto a rispettare il regolamento”.

Poltronieri rigetta la richiesta – “la proposta è stata valutata dalla conferenza dei capigruppo quindi la porto in discussione” e poi “è un nostro diritto” rimarca il vicesindaco Lodi – infiammando gli animi di Dario Maresca (Gente a modo) e Francesco Colaiacovo (Pd) che trova “grave e illegittimo violare il regolamento a colpi di maggioranza quando il documento deve tutelare proprio le minoranze”.

Dopo un’ora di discussione, la delibera passa per alzata di mano (a causa di un problema tecnico nel sistema elettronico) con 17 voti favorevoli di Lega, Ferrara cambia, FI e FdI e 11 contrari di Pd, Gente a modo, Azione civica e M5S.

Il pentastellato Tommaso Mantovani vota contro “per coerenza perché la Ztl è una parte importante del nostro programma elettorale ma non ho avuto le motivazioni di questa urgenza”, mentre il capogruppo ‘dem’ Aldo Modonesi ribadisce che “non è corretto dal punto di vista della legittimità e della verità: la partecipazione c’è stata tra associazioni di categoria, sindacati e portatori di interesse; ora vigileremo sul percorso della maggioranza che vuole modificare un regolamento in linea con le strategie di sviluppo della mobilità sostenibile“.

Via libera all’unanimità alla definizione degli indirizzi illustrata dall’assessore al Bilancio e Partecipazioni Matteo Fornasini per “la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni”, scelti dal sindaco Alan Fabbri tra “persone dotate di riconosciuta competenza, professionalità, rappresentatività delle diverse realtà economiche, culturali e sociali, ovvero per meritocrazia comprovata da curriculum per la massima trasparenza, su cui si è stati carenti prima. Per questo promettiamo report informativi trimestrali in piena attuazione al testo unico degli enti locali”.

“La delibera è la stessa scritta da Marattin cinque anni fa” ricorda Modonesi che annuncia il voto favorevole perché “è corretta, coniuga massima trasparenza e massima competenza” e invita alla commissione di controllo “non solo le società controllate ma anche enti e associazioni dove il Comune è socio in parte minoritaria, come Hera e Tper“.

La parte più tecnica dell’assise riguarda la formazione di cinque commissioni consiliari, ciascuna composta di 16 membri: 6 della Lega, 4 del Pd e uno a testa per Ferrara Cambia, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Azione Civica, Gente a Modo, Movimento 5 Stelle.

La prima commissione Affari Generali ed Istituzionali – Bilancio – Personale e riorganizzazione dei Servizi – Attività economiche – Patrimonio – Agricoltura sarà guidata dalla presidente Caterina Ferri (Pd) e dal vicepresidente Federico Soffritti (FdI) mentre la seconda commissione Pubblica Istruzione – Politiche Giovanili – Cultura – Turismo – Relazioni Internazionali e Formazione Professionale – Rapporti con l’Università vedrà a capo Diletta D’Andrea (FI) e Cristina Corazzari (Pd).

Caos per la terza commissione Urbanistica ed Edilizia Privata – Lavori Pubblici – Sicurezza – Mobilità – Politiche per la Casa che rimane senza presidente perché è stato messo in votazione un nominativo (quello di Francesco Carità) che in realtà non ne faceva parte. L’elezione è rinviata alla prossima seduta, mentre pare valida la nomina a vicepresidente di Ilaria Baraldi (Pd).

Lo stesso problema – segnalato da Modonesi che parla di “grave incongruenza” – si riscontra anche per la commissione di controllo per la gestione dei servizi pubblici locali e le partecipazioni societarie, in cui è stato eletto il presidente Colaiacovo e posticipata la nomina del vice che la maggioranza avrebbe voluto affidare a Massimiliano Guerzoni, nome non indicato tra quelli in lista.

Nessun intoppo nella quarta commissione Salute – Servizi alla Persona – Ambiente – Immigrazione – Disabilità (Mantovani-Marescotti) e nella quinta Decentramento e Sport (Minichiello-Bertolasi). Infine è stata costituita la commissione per lo statuto e il regolamento del consiglio comunale (guidata dalla civica Fusari con il vice leghista Cavicchi) e per la formazione degli elenchi dei giudici popolari (in capo a Cavicchi e Calò)

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