Attualità
6 Luglio 2019
Una clausola discriminatoria in un contratto viene segnalata all'associazione studentesca che lancia l'allarme: "Inviateci le vostre testimonianze"

Affitti a studenti purché non stranieri, la denuncia di Link

di Mauro Alvoni | 3 min

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“I conduttori subentranti dovranno essere esclusivamente studenti universitari non stranieri”. E’ quanto si legge in un contratto d’affitto, in grassetto e sottolineato, segnalato privatamente all’associazione studentesca Link-Studenti Indipendenti.

Associazione che denuncia l’ennesima discriminazione perpetrata da proprietari immobiliari che non ‘gradiscono’ la presenza di persone straniere. Purtroppo un’atteggiamento sempre più comune, un rifiuto di cui spesso, adducendo mille scuse e motivazioni, restano vittime proprio studenti (e non solo) che non hanno cittadinanza italiana, pur essendo regolarmente sul territorio nazionale. Ma quando la discriminazione è scritta nero su bianco su un contratto d’affitto, allora le cose si fanno decisamente più serie. Anche perché quel contratto, con quella clausola, sarebbe da considerare nullo, se non altro perché contrario all’articolo 3 della nostra Costituzione.

A parte le questioni meramente legali – e affatto secondarie – all’associazione studentesca Link preme sottolineare come la vicenda sia “l’ennesima prova in questa città di come odio e rancore covati contro lo straniero, propinati e spacciati come ‘politdiche del buonsenso’, abbiano inficiato i rapporti tra le persone e il tessuto sociale che viviamo, oggi più che mai ricco di rigurgiti fascisti, razzisti, sessisti, e di convinzioni stereotipate, che puntualmente, come associazione universitaria, politica e culturale, ci impegniamo a rompere”.

Non solo, perché come riferisce Link negli affitti il problema della nazionalità non è il solo, sebbene sia il più allarmante: “Sono innumerevoli gli annunci infatti che vedono discriminati studenti e studentesse in base al sesso soprattutto, o alla propria condizione lavorativa (se si è solo studenti o solo lavoratori)”.

L’intenzione dell’associazione studentesca è pertanto quella di “raccogliere quante più testimonianze ed esperienze da poter poi riportare (anonimamente) ai vari organi universitari, tenendo conto della grossa mole di studenti che Unife accoglie puntualmente ogni anno e del Protocollo di intesa vigente per gli affitti”. L’invito, rivolto anche ai lettori di Estense.com, è quello di scrivere in privato a Link per eventuali segnalazioni.

Quanto alla ‘clausola’ inserita nel contratto, che Link ha allegato alla propria denuncia alla stampa, va sottolineato che nessuno può essere obbligato a scegliere la propria controparte contrattuale, perché sarebbe un’illegittima invadenza nell’autonomia economica privata che è uno dei cardini di ogni Stato moderno, ma vige comunque il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Accanto ad esso si pongono le disposizioni dell’art. 14 Cedu e dell’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che vietano in sostanza qualunque forma di discriminazione: i comportamenti discriminatori, ad ogni livello, costituiscono violazione di un diritto fondamentale proprio di ciascun individuo e rappresentato dalla dignità umana. L’art. 14 espressamente stabilisce che “il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione”.

Dunque, se da una parte l’autonomia contrattuale consente la libertà di scegliere a chi dare il proprio appartamento, dall’altra parte, però, lo stesso principio si deve uniformare con una serie di tutele e di principi volti a tutelare i soggetti dalla discriminazione.

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