Bondeno
15 Giugno 2019
Battaglia di consulenze sia ingegneristiche che medico-legali nel processo per morte di Roberto Menghini che vede imputato un uomo di 80 anni

Morì a un mese dall’incidente, a processo l’automobilista

di Daniele Oppo | 2 min

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(archivio)

Sarà una battaglia di consulenze tecniche, sia cinematiche (per la dinamica) che medico-legali, il processo per la morte di Roberto Menghini, 60enne deceduto a un mese dall’incidente stradale che lo vide coinvolto insieme a un altro motociclista sulla Virgiliana, col quale stava facendo una gita fuoriporta, nel luglio del 2016.

Imputato per omicidio stradale è un uomo di 80 anni di Bondeno (difeso dall’avvocato Michele Ciaccia), che quel 28 luglio guidava l’Alfa 156 contro la quale finirono le moto che percorrevano il cavalcavia, mentre l’auto effettuava una manovra di immissione sulla Virgiliana, provenendo da via Cavo Napoleonico.

Secondo il consulente della procura, sentito nell’udienza di venerdì, l’incidente fu causato da un concorso di colpa: l’automobilista avrebbe dovuto avvedersi delle due moto e non iniziare la manovra, i due centauri, pur viaggiando a 50 km/h circa, erano probabilmente distratti, tant’è che non provarono nemmeno a frenare, finendo dritti contro l’Alfa. Una versione che il consulente di parte contesta: ad esempio, il fatto che entrambe le forcelle delle moto (entrambe delle Bmw) fossero rotte, una proprio divelta, l’altra spaccata, porterebbe a concludere che entrambe stessero viaggiando ad alta velocità, tra i 70 e gli 80 km/h, impedendo all’imputato di avvedersi del loro arrivo perché in quei pochi secondi loro erano nascosti dal ‘punto cieco’ del cavalcavia, ovvero erano ancora al di là del punto più alto a lui visibile.

Questo quel che è emerso nell’udienza di venerdì. A novembre si ritornerà in aula, con altri consulenti, per un altro tema: la vittima, che venne ricoverata per le gravi ferite, era un cardiopatico e venne colpita da un infarto in ospedale, che ne causò la morte nel settembre successivo. Secondo il consulente del pubblico ministero, l’infarto potrebbe essere messo in stretto legame causale con l’incidente, eventualità che invece viene contestata dalla difesa.

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