Economia e Lavoro
13 Giugno 2019
L'azienda punta a consolidare le vendite del diesel V6 entro novembre. I sindacati danno l'ok ma monitoreranno l'andamento del mercato e della produzione

Vm: contratti di solidarietà fino a ottobre, in attesa del ritorno alla piena occupazione

di Ruggero Veronese | 3 min

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Cento. Ancora quattro mesi di contratti di solidarietà, per consentire al nuovo motore V6 di iniziare a imporsi sul mercato americano e a restituire utili sul suolo italiano: è questo il percorso tracciato dai vertici della Vm e proposto nel lungo incontro di mercoledì pomeriggio (12 giugno) ai sindacati, che hanno sottoscritto l’accordo con l’azienda. A dare l’ok al termine dell’incontro sono state le organizzazioni Fim – Cisl, Uilm – Uil, Ugl e Fismic, mentre la Fiom – Cgil ha dato la propria adesione giovedì mattina.

I contratti di solidarietà dureranno quindi fino a ottobre, ma secondo quanto spiegato sindacati dall’azienda saranno mesi di graduale incremento dei volumi produttivi, che si rifletterà anche sugli orari di lavoro che torneranno ad avvicinarsi agli standard del full-time. Fino a fine giugno infatti i contratti di solidarietà prevedono una riduzione dei normali orari del 58% del totale, che da luglio a ottobre calerà al 49,5%. I prossimi quattro mesi di orario ridotto dovrebbero rappresentare quindi nei piani dell’azienda una sorta di ‘scivolo’ verso la totale normalizzazione dell’attività in Vm, che soprattutto negli ultimi due anni ha pagato lo scotto dello scandalo ‘dieselgate’ sulle emissioni inquinanti, partito da Volkswagen ma che ha colpito duramente tutta l’immagine – e le vendite – del settore diesel.

Un momento di incertezza capitato proprio mentre la Vm era impegnata nel ‘salto generazionale’ dai vecchi modelli al nuovo motore V6 di terza generazione, con importanti costi di sviluppo che non potevano essere immediatamente compensati dai ricavi delle vendite: da qui derivano le difficoltà che sono costate la riduzione dell’orario di lavoro del personale dello stabilimento, in attesa dell’atteso momento del riscatto.

Momento che secondo la tabella di marcia Vm dovrebbe arrivare quest’autunno, con la commercializzazione soprattutto sui pick-up e suv targati Usa del nuovo V6. Il segretario del Fim – Cisl di Ferrara, Sandra Rizzo, dà un giudizio cautamente positivo sul piano dell’azienda, pur sottolineando che si dovrà trattare di un compromesso temporaneo e non di una situazione duratura: “Bilancio positivo? Non dico che siamo contenti, perché ormai da molto tempo i lavoratori versano in condizioni di lavoro dimezzate e quando questa situazione si trascina per anni può diventare molto pesante. Ma ci è stato garantito che è l’inizio di un percorso per riportare Vm ai suoi normali regimi di lavoro, e di fronte ai numeri presentati dell’azienda non possiamo che accettare l’accordo nell’interesse dei lavoratori, che in questi giorni incontreremo nelle assemblee”. Decisivo per Rizzo è soprattutto il sensibile ma ormai fissato incremento degli orari di lavoro da luglio, che farà sì che “se il nuovo motore verrà recepito bene dal mercato, la produzione dovrebbe aumentare già in settembre e ottobre. Sta tornando a essere un momento positivo per le vendite del diesel, ora che gli effetti del dieselgate si sono attenuati e alcuni concorrenti come Audi hanno avuto problemi con i loro modelli”.

Anche il segretario della Fiom (sindacato che aveva fatto mancare il proprio assenso al precedente accordo) Giovanni Verla mostra una cauta approvazione per i piani dell’azienda, in particolare per tre motivi: il primo è la riduzione al 49,5% delle ore di solidarietà, che consente (dal momento che in questo modo i lavoratori lavoreranno per più del 50% dei normali orari) di sbloccare ferie, permessi e voci premiali di diverso tipo, monetizzabili nel complesso nell’equivalente di circa 400 euro mensili. Il secondo aspetto è l’eliminazione dell’istituto dell’orario plurisettimanale, una forma di flessibilità degli orari che secondo il segretario Fiom “è in aperta contraddizione” con i contratti di solidarietà e non poteva quindi rientrare nell’accordo. Il terzo elemento sta invece nella possibilità per i lavoratori di votare l’accordo: la Fiom infatti svolgerà assemblee con i dipendenti Vm nelle prossime settimane e chiederà a loro di valutare ed eventualmente dare l’ok all’accordo: “In questi anni non hanno votato nulla, ma oggi siamo riusciti a reinserire un elemento di democrazia”.

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