Politica
30 Maggio 2019
Il candidato sindaco: "Accordo sui contenuti per ripartire più forti". Il pizzarottiano: "Lega non ha programma, sarebbe cambiamento traumatico". La civica: "Un voto perso è un voto dato alla paura". Venerdì il comizio in piazza

Fusari e Bova a fianco di Modonesi: “Compatti per il ballottaggio contro la destra estrema”

di Elisa Fornasini | 3 min

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L’apparentamento è già compiuto. Le liste a sostegno di Roberta Fusari e Alberto Bova convergono su Aldo Modonesi sindaco di Ferrara. La motivazione è duplice: i punti imprescindibili dei due ex candidati sono stati accolti nel programma elettorale del Pd e un voto non dato a Modonesi equivale a un voto a favore di Alan Fabbri.

Non poteva che andare così” assicura l’aspirante sindaco che riparte da qui, da questa maxi coalizione di centrosinistra che lo porterebbe al 43% ovvero a 5 punti percentuali di distanza da Alan Fabbri rispetto ai 17 punti di distacco iniziali, per “affrontare ancora più forti, uniti, carichi e determinati questa conclusione di campagna elettorale che ci separa dal ballottaggio del 9 giugno”.

Sono più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono, per questo il percorso si è concluso nel giro di qualche giorno, prima della scadenza prevista dalla legge per gli apparentamenti” spiega Modonesi che vede questo “accordo sui contenuti” più come un “arricchimento” che come una “integrazione” a una “proposta programmatica di qualità” e a un “metodo di governo fatto di partecipazione perché il confronto non è mai arrogante ma sempre arricchente“.

Un “risultato non scontato ma soddisfacente” conferma Roberta Fusari, secondo cui “non si tratta di spostare voti su un altro candidato sindaco ma lavorare insieme per un progetto credibile e ampio, che guarda a un futuro diverso dalla paura e dalle minacce; una modalità operativa inaccettabile che crea un clima preoccupante a livello nazionale e che rischia di arrivare anche sul nostro territorio”.

I “punti irrinunciabili” di Azione Civica, Coalizione Civica e +Europa – che rispondono a partecipazione popolare, ambiente, lavoro e salute – sono confluiti nel programma ‘aldiano’, così come le proposte di Italia in Comune e Ferrara Concreta ovvero nessuna tassa comunale per i primi cinque anni ai nuovi insediamenti produttivi, rimborso Tari e Imu per i negozi di vicinato, bonus dedicato allo sport per le famiglie con basso Isee ed eliminazione delle liste d’attesa negli asili attraverso nuovi posti o convenzioni con nidi privati.

“Sono punti da attuare nei primi centro giorni della nuova amministrazione” incalza Alberto Bova, che si era già immaginato uno scenario di questo tipo ma “il candidato sul quale confluire avrei dovuto essere io“, per poi correggere il tiro: “L’importante non è il candidato o l’ideologia ma quello che si vuole fare per il bene della città”. Tanto che “se non avessimo trovato un accordo nella casa del centrosinistra, avrei proposto questi punti inderogabili dall’altra parte”.

Ma dall’altra parte c’è la “destra estrema, la Lega, che non ha un programma elettorale” attacca Bova, che ha “sfidato più volte Alan Fabbri per sapere le sue proposte sulla sicurezza ma c’è il nulla, solo slogan e ovvietà prese da Salvini che tira fuori il peggio di ognuno di noi, l’odio razziale e nient’altro. Non abbiamo la necessità di affrontare questo cambiamento traumatico per sapere cosa ci aspetta perché quello che può accadere a Ferrara ce l’abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni al governo nazionale”.

I ‘tre moschettieri’ si presenteranno compatti anche al ‘duello mancato’ di venerdì: “Alle 18 saremo in piazza Trento Trieste, con o senza Fabbri, ma spiace constatare per l’ennesima volta che un candidato sindaco evita i confronti, anzi li ritiene arroganti: il sindaco di tutti non fugge” rimarca Modonesi, pronto a spiegare alla città “come e perché io, Roberta e Alberto concordiamo non sulle poltrone ma su punti programmatici concreti e su una giunta nuova”.

L’ultimo appello è della Fusari: “Siamo partiti con molte persone che non volevano votare Pd, non avevano una rappresentatività, e quindi hanno creduto in questo progetto civico. Ma ora agli oltre 6mila ferraresi che ci hanno dato fiducia, voglio dire che non votare il Pd vuol dire votare la Lega, sappiatelo”.

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