Politica
16 Maggio 2019
Candidati sindaci ospiti all'assemblea sindacale: i lavoratori chiedono più attenzione e un legame più solido tra città e zona industriale

Il ‘petrolchimico dimenticato’ ai tempi della guerra alla plastica: “L’unica strada è l’innovazione”

di Ruggero Veronese | 4 min

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In una campagna elettorale in cui i candidati sindaci non si sono soffermati granché (o non si sono soffermati affatto) sulle prospettive del polo petrolchimico, ci hanno pensato lavoratori e sindacati a ricordare agli aspiranti successori di Tagliani che ciò che caratterizza Ferrara e la sua economia non sono solo i prodotti tipici e i monumenti rinascimentali. Perché proprio alle porte della città è presente uno dei principali siti al mondo per la ricerca e produzione di materie plastiche, che dà lavoro a circa 6mila persone ma che in questo momento navigare completamente a vista. Mai come oggi infatti la (assai comprensibile) battaglia ambientale che si è innescata a livello mondiale contro l’abuso e lo scarso riciclo della plastica rischia di trasformarsi in una sciagura economica per il territorio ferrarese, che potrebbe pagare a carissimo prezzo, anche occupazionale, un calo dei volumi produttivi su larga scala della chimica tradizionale.

È sulla base di questa cupa ma più che mai verosimile previsione che i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil presenti al petrolchimico hanno invitato i candidati sindaci all’assemblea di ieri pomeriggio (15 maggio), dal titolo “La costruzione attiva e continua della città del lavoro”. Un incontro pubblico che ha rappresentato una sorta di appuntamento elettorale a parti invertite, con i candidati (erano presenti di persona Firrincieli, Mantovani, Fusari, Modonesi e Fabbri) chiamati ad ascoltare le proposte di lavoratori e sindacati che vivono la realtà del petrolchimico.

Il tema principale, dopo anni di annunci e discussioni sull’avvento della ‘chimica green’ e l’economia del riciclo, è l’urgenza di passare dalle parole ai fatti. A sottolinearlo è Luca Fiorini della Filctem – Cgil, che spiega come “secondo un recente sondaggio, 8 persone su 10 temono che la plastica ci stia portando a un imminente disastro naturale, ma è proprio in questo settore che abbiamo costruito il nostro posto di lavoro. Oggi qui al petrolchimico ci ritroviamo un po’ nella stessa situazione dei colleghi alla Vm di Cento, che producono ottimi motori diesel ma proprio in nel peggior momento di transizione del settore automobilistico”.

È necessario quindi “iniziare un vero processo di innovazione al petrolchimico”, affiancando alla chimica tradizionale tutta una serie di attività e servizi alternativi o, in certi casi, complementari: già oggi infatti gli scarti dei cicli produttivi vengono trattati o riciclati in altri siti, in alcuni casi addirittura in Belgio, che riceve a cadenza settimanale circa tre tonnellate di scarti industriali e agricoli dal territorio ferrarese. “Non esiste alcun sito in Italia per quel tipo di trattamento – spiega Riccardo Osti della Syndial -, ma con i giusti investimenti qui a Ferrara potremmo essere i primi in Italia a realizzarlo, portando soldi e facendo crescere competenze sul nostro territorio”. Un discorso che lavoratori dalle diverse competenze allargano a numerosi settori: dal trattamento dei fanghi industriali alla possibilità di realizzare una bioraffineria per gli scarti organici: attività che potrebbero trovare spazio a Ferrara, se il petrolchimico non si farà ‘scavalcare’ dalla concorrenza di altri territori.

Non stupisce quindi che numerosi interventi si concludono con un appello comune ai candidati sindaci: “Convincete le nostre aziende a investire a Ferrara”. Il ruolo che la politica è chiamata a giocare è infatti quello di ‘attrattore’ per le aziende e per i loro investimenti, mettendo a disposizione siti, servizi, infrastrutture e possibilità di sviluppo sul territorio, in cambio di un impegno da parte delle aziende a lavorare su nuovi processi e tecnologie che diano garanzie sia dal punto di vista ambientale che occupazionale. Per centrare l’obiettivo, sindacati e lavoratori suggeriscono di puntare sui legami tra Ferrara e il suo petrolchimico, per esempio anche attraverso la creazione di un museo della petrolchimica e accordi con l’università per master e corsi di laurea focalizzati sulla chimica industriale, che abbiano nel petrolchimico il naturale sbocco professionale.

È ben chiara insomma la volontà dei lavoratori del petrolchimico di evitare qualunque similitudine con la situazione di Taranto, dove il caso dell’Ilva ha creato una infausta contrapposizione tra il diritto al lavoro e quello alla salute, con tanto di polemiche e tensioni tra i lavoratori e il resto della popolazione: “L’unica strada da percorrere è quella dell’innovazione e dell’integrazione con gli altri petrolchimici, per creare un’economia circolare più sostenibile sia economicamente che a livello ambientale”, affermano i lavoratori in assemblea. E almeno per una volta, in questa campagna elettorale ormai avviata al termine, ad applaudire sono i candidati sindaci.

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