Il tragitto di Salvini dalla stazione ai parchetti di piazzale Giordano Bruno è un susseguirsi frenetico di incitamenti al ministro, ovazioni e richieste di selfie, mentre il ministro e i suoi accompagnatori attraversano la zona Gad a passo rapido, un po’ per via del maltempo che minaccia il comizio, un po’ per l’ora di ritardo con cui Salvini arriva a Ferrara dopo un altro incontro pubblico a Modena.
I suoi sostenitori presenti al parchetto sono circa un migliaio: ferraresi di tutte le generazioni ma anche parecchi stranieri e in particolare africani, composti sia da veri ammiratori del ministro che da altri che assistono in un clima soprattutto curioso e sarcastico al comizio del ministro dell’Interno.
E Salvini, dal canto suo, non delude chi aspettava anche a Ferrara i ‘mantra’ sulla legalità e l’ordine pubblico del ministro, che vede nel 26 maggio un “giorno decisivo per Ferrara e per l’Italia” visto il doppio appuntamento con le elezioni amministrative ed europee. E se il voto alle europee per Salvini sarà decisivo “per evitare che l’Europa diventi un califfato islamico”, il ministro si mostra molto ottimista per il voto a livello locale: “È una bella sensazione stare qui in mezzo e ci dà fiducia nel nostro percorso. Se è vero che dopo tre giorni l’ospite puzza, figuriamoci dopo 70 anni”.
Per quanto riguarda l’accoglienza a Ferrara, Salvini afferma che “questa è una città che rispetto, perchè spalanca le porte alle persone che scappano dalla guerra. Se una persona scappa da una guerra è benvenuta, ma non se è un criminale o spaccia droga. Il rispetto si dà in cambio del rispetto. Noi non giudichiamo le persone dal colore della pelle, sono contro i delinquenti e chi supporta i delinquenti”. Una frecciata rivolta anche ai suoi contestatori che durante la giornata, sia a Ferrara che nelle ore precedenti a Modena, hanno organizzato cortei e manifestazioni di contestazione, oltre a imbrattare il centro storico ferrarese con diverse scritte provocatorie od offensive nei confronti di Salvini.
(foto di Alessandro Castaldi)
“Siete la risposta più bella alle scritte che qualche delinquente ha fatto stanotte augurando la morte a Salvini e a me – ha detto il candidato sindaco Alan Fabbri dal palco -, e ci date la forza di continuare questa campagna. Abbiamo voglia e crediamo di poter governare questa città, che vogliamo riportare a essere quella di una volta per quanto riguarda la sua economia, la sicurezza e il welfare sociale. Abbiamo scelto di essere qui perchè crediamo che il Gad sia il simbolo di un degrado che per anni è stato sottovalutato”.
Un appello raccolto al volo dallo stesso Salvini, che pur soffermandosi soprattutto sui temi nazionali vede in Fabbri la ‘sponda’ ideale per dar seguito a livello locale alle politiche nazionali, oltre che “un sindaco ferrarese che farà il bene dei ferraresi. E quando potrai, Alan, vai a sgomberare quei posti dove la gente si ritrova solo per farsi le canne”. E nel chiudere il comizio fissa il prossimo obiettivo: la Regione Emilia-Romagna: “Il prossimo che farà le valigie è Bonaccini”. È l’ultimo messaggio politico prima dell’ormai classico e organizzatissimo ‘momento selfie’ con il ministro che invita i ferraresi a “mettere il cellulare in modalità selfie” e a non accavallarsi l’uno sull’altro, prima di posare con i propri ammiratori sotto al palco del comizio.
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